| OPERA NON DISPONIBILE
Umberto Pinzauti
(Firenze 1886-Ravenna 1960)
Vaso: “Ben venga primavera…”
1915 circa
Bronzo con base in legno, h cm 27,3
Iscritto sul centro del vaso: Ben venga maggio e l gonfalon selvaggio, ben venga primavera che vuol l’uom s’innamori.
Sul fianco della base: Inneggiando al Presidente la gioventù a lui unita con affetto offre. Firmato sulla base: Pinzauti
Provenienza: Roma, collezione privata
Attento alla lezione del liberty viennese, nel 1909 esegue le decorazioni pittoriche dell’erigendo villino casa-studio di Galileo Chini, a Firenze. A questi anni è ascrivibile il vaso in bronzo, dove risalta la sensualità vibrante delle linee e delle pose delle figure in altorilievo, non immune da un’insistenza grafica nelle capigliature, debitrice delle nuove secessioni, e da un sintetismo bozzettistico nei volti e nelle membra. L’intensa e sensuale ballata dei corpi è in dialogo con i celebri versi di Poliziano, squadernati lungo il centro del vaso, legati al rito fiorentino dell’amore di Calendimaggio, durante il quale i giovani offrono rami fioriti – il gonfalon selvaggio – alle loro amate. Dagli anni ‘20 si avvicina al monumentalismo conservando una delicata morbidezza che circonfonde le sue opere di una soffusa tonalità malinconica. Dalla fine del decennio è a Ravenna, titolare della cattedra di scultura nella locale Accademia. Tra le opere ancora visibili in città si ricordano le allegorie della Fama e della Gloria del Palazzo del Mutilato nell’attuale Piazza Kennedy.
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