Filippo Agricola
(Roma 1795 – 1857)
Ritratto di fanciulla
Pastello su carta, ovale, mm. 225 x 170
Firmato e datato di fianco a sinistra: F. Agricola fec. ’42
Dall’ovale ci guarda una fanciulla ignota, dall’età apparentemente adolescenziale. I suoi lineamenti regolari, con grandi occhi castani, e i capelli neri, lucidi, avvolti in trecce e annodati da un fiocco, che incorniciano il suo pallido viso dall’espressione languida, si stagliano su uno sfondo turchino. Sulle spalle un ampio scialle drappeggiato, di color giallo-oro, ben contrasta con il velluto azzurro del vestito. L’immagine è improntata, come praticamente tutta l’opera del pittore, dall’ “ossequio al modello raffaellesco” (Susinno 1990, p.416).
È proprio ai suoi ritratti che Agricola deve l’unanime lode da parte della critica e del pubblico coevi. Si pensi solamente a quello celebre di Costanza Monti Perticari del 1821 (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) rivolto al Cinquecento e a Raffaello in particolare, che gli valse il titolo di Accademico di merito dell’Accademia di San Luca e divenne un modello esemplare di ritrattistica per le nuove generazioni di pittori allora confluiti a Roma.
la sua formazione artistica è quella tipica dell’età napoleonica. Figlio del celebre Luigi (1758 o 59 – 1821), a soli sedici anni è il primo premiato nel Concorso dell’Accademia Capitolina del 1810 e nel 1812 vince il cosiddetto Concorso Canova, nonché la pensione triennale, per un dipinto di soggetto tratto dalla storia antica. Negli anni successivi riscuote grande successo attraverso una serie di dittici dedicati ai grandi poeti della tradizione italiana e alle loro ispiratrici (Petrarca e Laura; Dante e Beatrice, ecc.).
Se già nell’impresa artistica collettiva degli ambienti dei nuovi appartamenti napoleonici nel Palazzo del Quirinale (1812) il giovane Agricola si era appropriato, come aiuto del padre, della tecnica dell’affresco, nel 1816 affresca su richiesta di Canova una delle lunette del Museo Chiaramonti illustrante La fondazione del Museo, cui seguiranno più tardi altri dipinti murali nei Palazzi Vaticani come anche, tra il 1821 e il 1822, nella Cappella Paolina al Quirinale. Accanto allo svolgimento pittorico di temi storici e religiosi, l’Agricola non trascura la ritrattistica, campo in cui è molto richiesto.
Oltre all’insegnamento presso l’Accademia di San Luca, della quale nel 1854 diverrà Presidente, dal 1840 svolge l’attività di Direttore dello Studio vaticano del mosaico, al quale fornisce tra l’altro i cartoni per la decorazione musiva della facciata di S. Paolo fuori le mura. Nel 1843 assumerà anche la carica di ispettore delle opere pubbliche svolta fino ad allora dal suo maestro Vincenzo Camuccini (cfr.Gnisci 1990).
Ingrid Sattel
Per ulteriori informazioni, per acquistare o vendere opere di Agricola Filippo (1795-1857) e per richiedere stime e valutazioni gratuite
Tel +39 06 6871093
Mail info@carlovirgilio.it
Whatsapp +393382427650
oppure scrivici qui: