Guido Guidi - La cacciata dal Paradiso Terrestre

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Guido Guidi
(Roma 1835 – 1918)

La cacciata dal Paradiso Terrestre

Carboncino, gessetto e sfumino su carta, centinato, mm. 1000 x 1080

Ovidi lo ricorda fra gli ultimi allievi di Tommaso Minardi mettendone in luce le doti di disegnatore oltre che “le sue qualità d’artista di buon gusto…immune da certe esagerate ricerche di nuovi effetti” (Ovidi 1902, p. 149). L’impronta dell’alunnato presso il Minardi si dichiara nelle fitte citazioni da Masaccio e dal Quattrocento fiorentino che caratterizzano la Cacciata dal Paradiso terrestre nonostante trapeli nelle figure dei due progenitori biblici una ricerca di verità portata avanti negli anni Sessanta del XIX secolo ad esempio da Cesare Mariani. Fortunato ritrattista, conosciuto sul mercato inglese, e ricordato da Ovidi per la “sua valentia…nella esecuzione di belli paesaggi”, Guidi si dedicò anche alla grande decorazione partecipando attivamente ai cantieri chiesastici promossi da Pio IX (Gnisci 1990(1), p. 865). Al suo esordio nel 1865 in S. Nicola in Carcere verrà additato dalla critica per la “larghezza del fare” (Gasparoni 1865, p. 373), apprezzamento che gli valse il coinvolgimento in altre imprese di quegli anni fra cui la decorazione della cappella di S.Stefano e della navata di S.Andrea della Valle.

La centinatura del cartone esposto fa pensare ad uno studio per una pala; lo stesso soggetto, semplificato nell’iconografia e nella composizione venne dipinto da Salvatore Nobili nel primo riquadro della navata della chiesa dei Teatini. Incontrovertibile è l’interesse di Guidi per il paesaggio di cui rende con precisione da botanico fiori e piante del giardino dell’Eden la cui verità è resa attraverso la lente del Quattrocento fiammingo. Rispetto alla chiarezza compositiva delle storie sacre del Minardi, nellaCacciata Guidi mette alla prova la possibilità di tenere insieme angoli di veduta diversi: il triangolo compositivo che ha il suo apice nel gruppo di Adamo ed Eva è circoscritto dalla massa chiaroscurale delle due figure viste dall’alto. Il mutamento di prospettiva è amplificato dal volo prospettico delle colombe sulla sinistra che tagliano orizzontalmente lo spazio del dipinto creando l’impressione di  uno stacco fra l’apparizione divina sullo sfondo e lo slittamento prospettico del primo piano quasi a sottolineare compositivamente il tema della “cacciata”.

Serenella Rolfi

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