| OPERA NON DISPONIBILE
Giovanni David
(Cabella 1743 – Genoa 1790)
La Nascita della Vergine
1784-1785
Penna a inchiostro nero, acquerelli policromi, tempera su carta, 507 x 485 mm
Provenienza: Roma, collezione privata
Eseguito in coppia con la Presentazione della Vergine al Tempio, è verosimilmente il disegno di presentazione per la commissione della Nascita della Vergine per la chiesa di Santa Maria delle Vigne a Genova. L’opera fu però eseguita nel 1785 da Giuseppe Cades, mentre il terzo dipinto destinato alla decorazione del presbiterio della chiesa e rappresentante l’Annunciazione fu eseguito da Carlo Giuseppe Ratti.
I due fogli (Nascita della Vergine e Presentazione della Vergine) ben rappresentano il talento e la poetica di Giovanni David, incisore all’acquaforte e all’acquatinta, pittore di figura, storia e di scene teatrali, che sotto la protezione della famiglia Durazzo si recò per studio da Genova dapprima a Roma, presso l’accademia privata di Domenico Corvi (1770-1775) e poi a Venezia, raggiungendo l’ambasciatore imperiale Giacomo, che coadiuvò nella formazione della raccolta di stampe e disegni destinata a costituire il primo nucleo dell’Albertina di Vienna. A Venezia (1775-1776) David sembrò trovare i riferimenti figurativi – tra i perpetui modelli rinascimentali e quelli dell’ormai declinante stagione rococò – piĂą affini alla sua ispirazione immaginosa e al suo brillante cromatismo rispetto al rigore degli incipienti canoni classicisti. Mentre gli accenti drammatici dei suoi chiaroscuri, spesso al lume notturno, la grandiositĂ delle sue ambientazioni, le torsioni a contrapposto delle figure e il compiacimento per i soggetti macabri potevano trovarsi piuttosto in sintonia con il sublime dei nordici presenti a Roma nei medesimi anni di David, cioè Fussli, Sergel e Abildgaard, la cui ereditĂ ideale dovevano interpretare in seguito Giani e la sua Accademia dei Pensieri.
Il biografo Alizeri ricordava che l’eccentrico artista amava arricchire le sue invenzioni di sorprendenti effetti prospettici e luministici, come nei disegni qui presentati. “Ma in sì fatti partiti d’architettura, come a dire o sfuggimenti di colonne o gradinate o vestiboli o scorci di soppalchi o degradare di edifizj pose anche affetto singolare, fino a dimenticarsi talvolta del magistero principale. De’ disegni ch’io vidi in carta v’han pochi i quali non abbiano o come parte del soggetto, o tirato a penna sul tergo o sul margine, alcun saggio di questo suo talento.” Così argomentava il biografo, che poi descriveva una specifica tipologia di disegno che preludeva all’esecuzione pittorica. “Queste sue carte soleva ombrare di fuliggine, forte e risolutamente: prima studioso di masse risentite e di pronti effetti, che dei contorni o d’altro numero d’arte. Talvolta le variava di tinte leggere, quando specialmente intendeva a produrle in tela: curava allora le linee, decideva i toni, studiava le espressioni, come uomo che s’assicuri dell’opera.”
I due disegni rappresentanti la Nascita della Vergine e la Presentazione della Vergine al Tempio rientrano in questa tipologia, legata verosimilmente alla presentazione dei progetti alla committenza. Sono infatti legati alla decorazione ideata dall’architetto Gaetano Cantone per il presbiterio di Santa Maria della Vigna a Genova con soggetti mariani, tra 1783 e 1785. Il romano Giuseppe Cades ottenne l’incarico per la Nascita della Vergine, mentre David eseguì la Presentazione della Vergine al Tempio e Carlo Giuseppe Ratti, che condivideva con gli altri la formazione romana, l’Annunciazione.
Il disegno della Presentazione al Tempio costituisce una variante del dipinto poi eseguito da David, con la grandiosa e scenografica ambientazione architettonica, l’avvenimento principale sottolineato dalla regia delle luci, arricchito poi nel quadro dalle numerose figure accessorie così consone all’immaginazione curiosa dell’artista. Se Cades risolveva il soggetto a lui assegnato nell’impaginazione composta e solenne, ecco che invece la Nascita della Vergine proposta da David in disegno si accende di luci principali e secondarie che nei complessi piani prospettici rievocano le carceri piranesiane.
Bibliografia di riferimento: F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, vol. 1, Genova 1864, pp. 358-388; M. Newcombe, G. Grasso, Giovanni David. Pittore e incisore della famiglia Durazzo, Torino 2003.
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