Figlio del pittore August e fratello minore del noto musicista Ermanno, il pittore Teodoro Wolf-Ferrari nasce a Venezia il 28 giugno 1878 e tra il 1892 e il 1895 frequenta i corsi dell’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo e Millo Bortoluzzi. Successivamente l’artista si sposta a Monaco per completare la propria formazione, sempre di stampo accademico, dove entra in contatto con le novità introdotte dalla Secessione tedesca. I numerosi stimoli culturali e la vicinanza con Fritz Erler e Leo Pùtzer, collaboratori della rivista “Jugend” e fondatori del gruppo “La Zolla”, si rivelano estremamente significativi per la maturazione artistica del pittore, che si apre anche all’arte decorativa. Alla Promotrice di Torino del 1902 infatti Wolf-Ferrari oltre ad un dipinto espone anche il progetto di una vetrata con soggetto allegorico. Nei primi anni d’attività il Nostro soggiorna spesso nelle zone della Bassa Sassonia e si dedica prevalentemente ad una pittura di paesaggio en plein air, influenzato dalla poetica simbolista di Arnold Böcklin, come si evince, ad esempio, dal dipinto Veduta dell’isola misteriosa (olio su tela, 1917, collezione privata).
Divenuto assai apprezzato, specialmente in area lagunare, il pittore fa parte del gruppo dei secessionisti di Ca’ Pesaro, che si forma nel 1908 con lo scopo di declinare il Liberty attraverso le esperienze figurative viennesi. In uno stile modernista e mitteleuropeo il pittore decora prima le pareti del caffè Santa Margherita di Venezia (1908) e poi il salone del Grande Stabilimento Bagni al Lido (1910), ottenendo nello stesso anno una personale all’esposizione estiva di Ca’ Pesaro.
Nel 1912 Wolf-Ferrari fonda l’associazione “L’Aratro” con lo scopo di promuovere le arti applicate, dai gioielli alle lavorazioni in vetro, mentre la collaborazione con Vittorio Zecchin produsse un gran numero di vasi finemente decorati esposti a Monaco nel 1913 e alla Biennale di Venezia del 1914.
Dopo la parentesi della guerra, che si qualificò come un periodo di crisi scarsamente produttivo, il pittore istituisce l’Unione Giovani Artisti di Venezia, diventandone il vicepresidente, per poi stabilirsi a partire dal 1920 a San Zenone degli Ezzelini.
Al 1925 risale il viaggio del Nostro in Libia, dove viene inviato per documentare i paesaggi della colonia italiana, esponendo alla mostra dell’Opera Bevilacqua la Masa al Lido di Venezia alcuni studi ad olio eseguiti en plein air.
Muore a San Zenone il 27 gennaio 1945.
Promotore delle tendenze Liberty mitteleuropee volte a dismettere il fitomorfismo mimetico basato su linee molli e serpentine per codificare un linguaggio impostato su più rigide strutture geometriche, il pittore ne diffuse l’aspirazione tendente a ricondurre la natura ad una pioggia pulviscolare di quadratini e triangoli, come può apprezzarsi nel dipinto Paesaggio con alberi (olio su tela, 1917, Venezia, collezione privata), dalle cromie fredde e antinaturalistiche.
L’ultima fase della sua produzione vede altresì uno schiarirsi dei toni e un più profondo studio della luce, che si traduce in un allargamento del campo visivo, come per altro può verificarsi in Veduta di San Zenone degli Ezzelini (olio su tela, 1924, collezione privata).