Il pittore Johann Friedrich Overbeck nacque a Lubecca il 3 luglio 1789 e venne allevato in un ambiente stimolante e colto dal padre Christian Adolphe, poeta e uomo politico dalla spiccata devozione evangelica. Nel 1805 l’artista ebbe modo di vedere i disegni dei fratelli Riepenhausen tratti da opere di maestri italiani, che lo stimolarono ad interessarsi alla formazione artistica, riuscendo poi a convincere il padre a iscriverlo ai corsi del pittore classicista Joseph Nikolaus Peroux. L’anno successivo Overbeck si trasferì a Vienna per frequentare l’Accademia ma poco dopo, deluso dagli insegnamenti di Heinrich Friedrich Füger, si avvicinò alle sperimentazioni antiaccademiche di Franz Pforr, con il quale iniziò a delineare il proprio lessico fondato su un’intima religiosità e il recupero dei primitivi italiani.
Intorno ai due giovani pittori si sviluppò un cenacolo di artisti animati dalla volontà di far rinascere le arti in senso cristiano nazionale, che nel 1809 si coagulò nella nascita del Lukasbund. A seguito del fallimentare tentativo di entrare nell’Accademia, nel 1810 Overbeck decise di viaggiare per l’Italia insieme a Pforr e Hottinger, approdando infine a Roma, dove i tre si stabilirono nell’ex convento di Sant’Isidoro. La prima grande occasione che si palesò al gruppo per poter emergere cadde nel 1817, quando il console di Prussia a Roma Jakob Salomon Bartholdy li assunse per decorare una grande sala di Palazzo Zuccari, dove vennero dipinte scene della vita del patriarca Giuseppe: l’Overbeck in quell’occasione realizzò gli episodi con i Sette anni di carestia e Giuseppe venduto dai fratelli.
Il successo di tale imprese valse al gruppo la commissione di un altro importante cantiere, quello voluto dal principe Camillo VII Massimo nel padiglione del giardino della sua villa presso San Giovanni in Laterano, nel quale vennero realizzati affreschi ispirati alle opere di Tasso, Dante e Ariosto. Al pittore toccarono gli episodi tratti dalla Gerusalemme Liberata, terminati nel 1828, a cui seguì l’affresco con il Miracolo delle rose sulla facciata della Porziuncola di Assisi.
Convinto da Cornelius a fare ritorno in Germania nel 1831, l’artista rientrò tuttavia presto a Roma, dove riprese a lavorare a tematiche allegoriche dalle valenze religiose, come nel celebre dipinto raffigurante Il trionfo della Religione nelle Arti (olio su tela, 1832 ca., Francoforte, Stadel Museen).
A seguito della morte del figlio avvenuta nel 1840, il pittore attraversò una lunga parentesi d’isolamento, trascorsa a preparare gli arazzi con i Sette sacramenti (Pinacoteca Vaticana).
Morì a Roma il 12 novembre 1869.
Considerato il capogruppo della corrente dei pittori cosiddetti Nazareni e il suo esponente di più alto rilievo, Overbeck improntò la propria ricerca figurativa sull’ideale raffaellesco e sul recupero della religiosità del Quattrocento umbro, come è apprezzabile nelle prime opere del pittore, a cominciare dalla Resurrezione di Lazzaro (olio su tela, 1808, Lubecca, Behnhaus), dal ritmo pacato e la gamma cromatica sobria.
Il pittore fu l’artefice di quello che a buon diritto può essere considerato quasi il manifesto di tutta la poetica culturale e stilistica dei Nazareni, ovvero il dipinto dal titolo Italia e Germania (olio su tela, 1828, Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlungen), che vuole suggerire, attraverso le due giovani donne in intima confidenza, il tentativo di riunire armoniosamente le caratteristiche della pittura italiana e tedesca del tardo Medioevo e del Rinascimento