Il pittore Gian Emilio Malerba nasce a Milano il 27 novembre 1880 e si forma presso l’Accademia di Brera sotto la guida di Giuseppe Mentessi. Agli inizi del nuovo secolo Malerba si cimenta nel campo della cartellonistica pubblicitaria che nel 1903 gli consente di fare la conoscenza dell’editore Giulio Ricordi, per il quale realizza anche degli spartiti musicali, avviando con quest’ultimo una lunga e proficua collaborazione.
Gli esordi come pittore dell’artista risalgono al 1906 in occasione della I Mostra Nazionale di Belle Arti di Milano, dove presenta i dipinti Convalescente (ubicazione ignota) e Ritratto di mia sorella Anna Maria (olio su tela, Milano, collezione Malerba). In quegli stessi anni Malerba continua a realizzare manifesti per la ditta Mele, come la réclame conservata presso il Museo Nazionale di Capodimonte, giocata sui colori del bianco e del verde scuro in cui una figura femminile è trattata in modo estremamente sintetico; iniziando a partire dal 1908 la collaborazione con la “Rivista mensile del Touring”
Dopo le partecipazioni alle annuali rassegne braidensi del 1910 e del 1912, nel 1913 l’artista vince il concorso Luigi Canonica grazie al dipinto Mezza figura di donna alla toeletta (olio su tela, Milano, Pinacoteca di Brera).
Al 1916 risale la partecipazione del pittore all’Esposizione Nazionale dove si aggiudica la medaglia d’oro del ministero della Pubblica Istruzione grazie al dipinto Pietà (olio su tela, Milano, collezione Orlandi), che mostra le prime tendenze verso un severo realismo.
Nel 1921 Malerba viene invitato da Ugo Ojetti ad esporre presso la Galleria Pesaro di Milano in occasione di una collettiva d’arte italiana, dove presenta La collegiale (olio su tela, Lima, Museo de Arte) e conosce Leonardo Dudreville e Anselmo Bucci, con i quali partecipa alla Biennale di Venezia dell’anno successivo – tra le altre opere val la pena citare Le maschere (olio su tela, 1922, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Da queste premesse nasce, insieme ad Achille Funi, Ubaldo Oppi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Mario Sironi e Pietro Marussig, il gruppo “Novecento”, sostenuto dall’influente critica Margherita Sarfatti, con il quale il pittore espone nel 1923 presso la Galleria Pesaro e l’anno seguente alla Biennale di Venezia.
Muore a Milano il 31 marzo 1926.
Formatosi sulla scia del naturalismo lombardo tardo-ottocentesco, Malerba espresse tutta la propria vena modernista, stimolata anche dai numerosi soggiorni parigini, attraverso la propria attività d’illustratore raffinato e alla moda, come apprezzabile nel manifesto del 1910 conservato presso il Museo Luigi Bailo di Treviso, in cui due eleganti signore sono inserite in un contesto naturalistico di gusto Liberty.
Successivamente il pittore si dedicò ad un’arte di più oggettivo realismo realizzando opere di una pittura smaltata dal taglio fotografico, con figure costruite nitidamente all’interno di un’impaginazione rigorosa, di cui il dipinto Femmina volgo (olio su tela, 1920, Darfo Boario Terme, collezione privata) ne rappresenta uno dei vertici.