Il pittore Francesco Podesti nacque ad Ancona il 21 marzo 1800 in un contesto sociale agiato, ma con la morte prima della madre e poi del padre, la famiglia cadde in disgrazia. Grazie all’interessamento del canonico Rambelli e ad una pensione concessagli dalla MunicipalitĂ di Ancona nel 1816 l’artista potĂ© trasferirsi a Roma, dove si iscrisse all’Accademia di San Luca potendosi formare con due esponenti del Neoclassicismo come Gaspare Landi e Vincenzo Camuccini, vincendo nel 1818 il primo premio al concorso di disegno istituito da Canova. Nel 1824 il pittore donò alla cittĂ di Ancona, con lo scopo di mantenere il sussidio, il dipinto con Eteocle e Polinice (olio su tela, Ancona, Pinacoteca Francesco Podesti), che ricevette un encomio da parte degli accademici di San Luca. Terminato il percorso formativo nel 1826 Podesti decise di compiere un viaggio per l’Italia con l’intento di studiare gli antichi maestri. La visita ad Ercolano gli ispirò L’ultimo giorno di Ercolano (olio su tela, 1827, giĂ Galleria Carlo Virgilio), e ottenne in quello stesso anno la nomina ad accademico di merito. Divenuto artista assai affermato sulla scena romana il Capitolo della cattedrale di Ancona gli commissionò la pala d’altare raffigurante il Martirio di san Lorenzo, andata distrutta, mentre nel 1829 gli viene allogata dal marchese Carlo Bourbon La PietĂ (olio su tela, 1831, Ancona, Pinacoteca Francesco Podesti) che successivamente venne esposta a Brera nel 1833 insieme a Difesa di una batteria greca e a L’ultimo giorno di Ercolano.
A partire dal 1836 il pittore attese a quel vasto cantiere che coinvolse molti dei principali artisti attivi a Roma, ovvero la decorazione del Palazzo Torlonia voluta da don Alessandro, per il quale licenziò gli affreschi sulla volta della Galleria dell’Ercole e quelli nella Stanza di Diana, terminati nel 1840.
Nel 1841 il Nostro realizzò Il giudizio di Salomone (olio su tela, Torino, Palazzo Reale) per il re Carlo Alberto, che gli valse la croce al Merito Civile e l’offerta, rifiutata, di diventare professore presso l’Accademia Albertina.
Terminata nel 1851 la pala d’altare per la chiesa di Santa Rosa a Viterbo con la Gloria di santa Rosa, Podesti si recò a Londra per visitare l’Esposizione Universale, dove Il giuramento degli anconetani fu premiato con una medaglia di bronzo, mentre due anni dopo ottenne la cattedra di pittura presso l’Accademia di San Luca.
Tra le opere della piena maturitĂ piĂą prestigiose per destinazione occorre citare la decorazione a fresco della sala vaticana attigua alle Stanze di Raffaello richiestagli da Pio IX, che illustra la Definizione e proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione, che impegnò il pittore dal 1856 al 1870. Fu nominato per due volte socio onorario dell’Accademia di Brera: la prima volta dal 1862 al 1869, la seconda dal 1871 al 1892.
Morì a Roma il 10 febbraio 1895.
Divenuto uno dei principali esponenti della pittura storico-romantica, Podesti, attraverso uno stile solido ma espressivo e una calibrata impalcatura scenica dalle valenze teatrali, riuscì ad imporsi come apprezzatissimo narratore della storia municipale d’etĂ medievale e dell’esaltazione del ruolo eroico dell’artista nel passato, come può apprezzarsi nel dipinto che rappresenta Francesco I nello studio di Benvenuto Cellini (olio su tela, 1839, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), soggetto tratto da La vita di Benvenuto Cellini commissionatogli da Vincenzo Ruffo principe di Sant’Antimo ed esposto nel 1883 in occasione dell’Esposizione di Roma.
In merito al genere del ritratto, cui pure il pittore fu particolarmente apprezzato e richiesto, può citarsi il Ritratto di Giuseppe Girometti (olio su tela, 1831-1832, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), presentato in veste ufficiale con uniforme accademica, spadino e le onorificenze concessegli da Gregorio XVI e dalla regina di Spagna, che fu esposto all’Esposizione della SocietĂ Amatori e Cultori di Belle Arti.
Presso la Galleria sono transitate numerose opere dell’artista di notevole pregio, tra cui possono citarsi Il giuramento degli Anconitani (olio su tela, 1844-1856), replica della tela commissionatagli dal Municipio di Ancona, e il bellissimo disegno raffigurante L’Olimpo con Apollo Citaredo (matita, penna, inchiostro bruno e biacca su carta), una prima idea per l’affresco di Palazzo Torlonia.