Il pittore Carlo Comerio nacque a Locate Varesino, in provincia di Como, il primo maggio del 1747. Intorno ai sedici anni l’artista si trasferì a Bologna per studiare presso l’Accademia Clementina sotto la guida di Vittorio Bigheri, facendosi influenzare dalla pittura dei Gandolfi. Nel 1772 il pittore vinse il premio Fiori per la pittura, andando l’anno seguente a Roma, dove realizza disegni dagli affreschi di Pietro da Cortona nella villa Sacchetti-Chigi. Intorno al 1775 Comerio si spostò a Faenza, intercettato dai Frati Benefratelli, che gli commissionarono le Storie della vita di san Giovanni di Dio (olio su tela) per il loro convento. Nel 1778 il pittore licenzia l’impegnativo ciclo con la Via Crucis per i padri Serviti del Seminario di Faenza.
A seguito del terremoto del 1781, il pittore lasciò Faenza per trasferirsi a Milano con la famiglia, lavorando prevalentemente nel bergamasco, come nella chiesa parrocchiale di Spirano, dove esegue cinque grandi medaglioni con episodi della vita dei santi Gervasio e Protasio (tempera su muro, in situ). Muore a Milano il 2 settembre 1827.
Superate le prime esperienze artistiche, fortemente influenzate dalla dialettica dei Gandolfi -“alla veneziana”-, declinata attraverso forti contrasti chiaroscurali e pennellate materiche, durante la propria maturità il pittore si espresse attraverso un fare più edulcorato e grazioso, una tavolozza dalle tinte sature. Si osservino a tal proposito le sovrapporte raffiguranti le allegorie con L’Estate e L’Inverno (tempera su tela, Bergamo, collezione privata), espressione di un’eleganza sofisticata in cui le figure diventano silhouettes stilizzate in un’atmosfera metafisica.