Il pittore Giambattista Bassi nacque a Massalombarda, in provincia di Ravenna, il 20 febbraio 1784. Intorno ai vent’anni il pittore si trasferì a Bologna per iscriversi all’Accademia Clementina, avendo come maestro, tra gli altri, il famoso incisore Francesco Rosaspina. Nel 1810 Bassi vinse un pensionato triennale a Roma grazie al dipinto Il paese, potendo allacciare rapporti duraturi e profondi con il pittore Tommaso Minardi e facendo la conoscenza di Canova. Ma è soprattutto grazie all’amicizia e alla stima di Pietro Giordani che il pittore riuscì a ritagliarsi il proprio spazio all’interno della scena artistica e sociale dell’Urbe. All’inizio degli anni venti Bassi dovette recarsi a dipingere nei dintorni di Ariccia in compagnia di Massimo d’Azeglio, che nei suoi Ricordi lo pone tra i massimi paesaggisti europei. Negli ultimi anni di vita il pittore cadde in povertà e sprofondò nell’oblio, morendo a Roma il 5 luglio 1852.
La carriera del Bassi fu tutta incentrata sulla raffigurazione del paesaggio, orgogliosamente legata alla tradizione bolognese, perseguendo con coerenza la lezione di Vincenzo Martinelli, sebbene declinata in un’accezione più pittoresca e sensibile, anticipando la corrente romantica. Grazie all’osservazione schietta e diretta della natura, i dipinti del pittore sono caratterizzati da un’idillica atmosfera pacifica e serena, come mostra il bellissimo Rovine al Palatino e Sentiero nel bosco (olio su tela, 1824, Copenaghen, Museo Thorvaldsen). Presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma sono invece conservati due paesaggi appartenenti alla piena maturità del pittore, Villa Doria ad Albano e La salita di Ariccia (entrambi ad olio su tela, 1839), realizzati per il principe di Sant’Antimo, dove ancora può apprezzarsi quella luce calda e seducente dei paesaggisti seicenteschi.