Il pittore Anne Louis Girodet De Roussy-Trioson nacque a Montargis nel gennaio del 1767 da Antoine, direttore e controllore dell’apanage d’Orléans, importante carica che consentiva dunque di annoverare la famiglia tra le più influenti sullo scenario francese. Alla morte del padre avvenuta nel 1784, il giovane artista venne preso sotto la propria ala dal medico Trioson – nel 1809 lo adotterà formalmente -, vecchio amico di famiglia che nel frattempo si era trasferito a Parigi, e quindi Girodet poté formarsi nello studio di Jacques-Louis David. Nel 1789 il pittore si aggiudicò il Prix de Rome, ma la sua permanenza nella Città Eterna venne condizionata dagli eventi rivoluzionari e dalle rivolte anti-francesi, culminanti con l’incendio nel 1793 dell’Accademia di Francia a Roma. Negli ambienti di Palazzo Mancini Girodet riuscì comunque a realizzare uno dei suoi più celebri dipinti, l’Endimione dormiente (olio su tela, 1790-1792, Parigi, Museo del Louvre), di una bellezza efebica winckelmanniana, presentato a Roma e al Salon del 1793 riscuotendo notevole successo. In quello stesso anno il pittore fu costretto a riparare a Napoli, facendo ritorno a Parigi nel 1795 e dando così inizio ad una fortunata carriera come ritrattista (si veda il Ritratto di J. B. Belley del 1797, a Versailles) e ricevendo importanti commissioni. Tra queste, la più prestigiosa può identificarsi nel dipinto raffigurante La rivolta del Cairo (olio su tela, 1810, Versailles, Musée National du Château), di destinazione ufficiale e volta a glorificare le imprese di Napoleone.
Con l’avanzare del declino della fortuna relativa alla propria attività pittorica, a partire dal secondo decennio dell’Ottocento Girodet prese a dedicarsi con sempre più convinzione all’attività letteraria e poetica, dedicandosi all’estetica e alla scrittura di importanti testi, tra cui Le Peintre, pubblicato postumo nel 1829.
Morì a Parigi il 9 dicembre 1824.
Artista complesso e sofisticato, dalla vasta cultura letteraria e conoscenze in merito alla storia antica, Girodet si scostò ben presto dal severo classicismo davidiano per giungere ad uno stile grazioso e onirico, arricchito da bagliori cromatici preromantici, apprezzabile in un dipinto come Ossian accoglie gli spiriti degli eroi francesi morti nella guerra per la libertà (olio su tela, 1801, Parigi, Musée National de Malmaison), commissionatogli da Charles Percier come decorazione per la residenza napoleonica Château de Malmaison ed esposto al Salon del 1802.
Ossessionato dalla ricerca dell’originalità il pittore perseguì con convinzione un anticonformismo che lo portò a codificare uno stile ritenuto bizzarro, ritenuto eccessivo e melodrammatico, come nel caso dell’opera Scéne d’un Déluge (olio su tela, 1806, Parigi, Museo del Louvre), aspramente criticato per la sconvolgente forza espressiva dell’episodio, per altro di sua invenzione, e per l’anticlassicismo delle figure.