Il pittore Pietro Aldi nacque il 26 luglio 1852 a Manciano, nella Maremma grossetana, da Olinto Aldi e Teresa Leoni. Dopo una prima quanto infruttuosa esperienza formativa alla scuola teologica di Montefiascone, l’artista si trasferì a Siena per studiare pittura con Luigi Mussini. Talento precoce, ancor prima di diplomarsi all’Accademia venne incaricato di eseguire alcune figure di guerrieri ad affresco all’interno del castello di Brolio. Nel 1874 vinse il concorso per l’alunnato Biringucci grazie al dipinto La sconfitta di Corradino a Tagliacozzo, che gli consentì di trascorrere un periodo di studi a Roma, a Venezia e a Firenze. Morì giovanissimo nella sua città natale all’età di 36 anni, il 18 maggio 1888.
Causa la prematura scomparsa, la produzione figurativa del pittore, numericamente modesta, viene a concentrarsi a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, ed è possibile ammirarne un corpus significativo presso il Polo Culturale allestito in sua memoria nel centro di Saturnia. Fortemente legato alla sua terra d’origine, come dimostrano i paesaggi dall’intonazione malinconica dedicatigli dal pittore, l’Aldi si specializzò nella raffigurazione di soggetti storici legati alle vicende contemporanee. La critica è concorde nell’identificare tra i vertici di questa specifica produzione il dipinto Le ultime ore della libertà senese (Siena, Santa Maria della Scala), esposto ai Musei Capitolini nel 1883, che ne sancì un primo e importante successo pubblico. La tela per altro riesce a comunicare magistralmente all’osservatore, attraverso il taglio compositivo opprimente e l’ombrosa partitura cromatica, dei sentimenti vivi e penetranti come la disperazione e il senso di impotenza.
Nel 1884 il pittore presentò alla Promotrice di Roma il dipinto L’Oratorio, variazione di un’opera realizzata qualche anno prima, che venne acquistato dal re Umberto I. Al 1886 risalgono invece i due imponenti affreschi eseguiti nella Sala monumentale del Palazzo Pubblico di Siena raffiguranti Il convegno di Vignale tra il re Vittorio Emanuele II il Generale Radetsky e L’incontro a Teano tra il re Vittorio Emanuele II e Garibaldi. L’impresa, della cui lunga gestazione ci rimangono a testimonianza i numerosi studi tra schizzi, disegni e bozzetti, è improntata ad una didascalicità neo-quattrocentesca funzionale a comunicare il valore morale dei soggetti rappresentati.