Lo scultore Adolfo Apolloni nacque a Roma il 13 marzo 1855, e dopo aver compiuto gli studi presso il collegio di S. Apollinare, si laureò in ingegneria frequentando nel frattempo i corsi dell’Accademia di San Luca.

Lo scultore decise di trasferirsi negli Stati Uniti (1879) dove intraprese la carriera come insegnante di disegno e scultura all’Istituto d’Arte di Boston, stabilendosi in un secondo momento a Providence dove sposò Marta Holt. Rientrò in Italia a seguito della scomparsa di sua moglie nel 1883.

Il suo successo espositivo ebbe inizio con l’Esposizione di Torino del 1898, nel 1900 partecipò a quella Universale di Parigi e fu presente a tutte le Biennali veneziane di inizio secolo. Nel 1903 è eletto accademico di merito presso l’Accademia di San Luca. Particolarmente significativa l’esperienza dell’Associazione Artistica Internazionale che, fondata nel 1862, dal 1870 prese sede in via Margutta, dove lo scultore stabilì il proprio studio, frequentato, tra gli altri, da Gabriele d’Annunzio.

Lo scultore ricoprì negli anni numerose cariche istituzionali e di prestigio in campo artistico e non, a testimonianza della fama e dei meriti riconosciutigli: nominato commissario italiano all’Esposizione mondiale di S. Louis nel 1904, l’anno seguente venne eletto assessore alle Antichità e Belle Arti del comune di Roma, fu per due volte eletto presidente dell’Accademia di San Luca (1914-15 e 1919-20), e divenne perfino, in tarda età, sindaco della Capitale (1919-20). Morì nella sua città natale il 19 ottobre 1923.

Eccezion fatta per la produzione iniziale dello scultore, che si riallaccia alla tradizione tardo ottocentesca di carattere veristico, le ricerche figurative di Apolloni vennero a condensarsi intorno alle spinte neoellenistiche dominanti la scena artistica capitolina. Lo scultore si dedicò dunque al perfezionamento di linee pure e corpi maestosi ed eleganti, caratteristiche splendidamente enunciate nel bronzo raffigurante la Dea Roma transitato presso la nostra Galleria. Vertice di questa catarsi figurativa è il Monumento funebre di Agostino Chigi, in marmo, realizzato per la chiesa di Santa Maria del Popolo, dall’impianto sobrio, i panneggi raffinati e le carni sode.