Il pittore, scultore e illustratore Achille Virgilio Socrate Funi nacque a Ferrara il 26 febbraio 1890 e frequentò la Scuola d’Arte Dosso Dossi della cittĂ , dove studiò decorazione e disegno. Nel 1906 l’artista si trasferì a Milano per perfezionarsi all’Accademia di Brera sotto la guida di Cesare Tallone, diplomandosi nel 1910. Dopo un’iniziale adesione alla corrente futurista, in cui giĂ emergeva comunque una forte componente plastica post-cezanniana, Funi fondò nel 1920 insieme a Leonardo Dudreville il Gruppo Nuove Tendenze, indirizzandosi verso il recupero di valori formali neo-cinquecenteschi, come dimostra il dipinto Imago pietatis (olio su tavola, 1920, collezione privata), fortemente ispirato alle PietĂ di Giovanni Bellini.
Nel 1922 il pittore è presente, insieme agli altri membri che costituirono il gruppo fondante di Novecento, alla Galleria Pesaro di Milano, dove Margherita Sarfatti riunì per la prima volta gli esponenti principali del movimento, con i quali organizzerĂ l’anno successivo la prima mostra indipendente, inaugurata alla presenza di Mussolini. Funi esporrĂ successivamente in praticamente tutte le rassegne dove il gruppo presenziò come un blocco coeso e compatto, a partire dalla Biennale di Venezia del 1924, che sancì il successo di Novecento, fino alla Prima mostra del Novecento italiano di due anni successiva.
Con la firma del Manifesto del Muralismo redatto nel 1933 insieme a Campigli e Sironi, Funi iniziò a dedicare gran parte delle sue energie alla realizzazione di grandi cicli ad affresco, a cominciare da quelli eseguiti nella Sala dell’Arengo di Palazzo Ducale a Ferrara, rappresentanti fatti riguardanti i miti della cittĂ (1934-1938). Al 1943 risale l’altro grande progetto del pittore, il monumentale fregio con Tutte le strade conducono a Roma dipinto nel Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi di Roma, interrotto però dai bombardamenti sulla cittĂ di luglio, che lo costrinsero a lasciare il lavoro incompleto – dei 74 metri previsti, ne vennero realizzati solo 20.
Divenuto titolare della cattedra di pittura a fresco presso l’Accademia di Brera nel 1939, Funi ne resse la direzione a partire dal 1957, dopo essere stato docente e direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo nella seconda metĂ degli anni ’40.
Morì ad Appiano Gentile il 26 luglio 1972.
Abbandonata ben presto l’esperienza futurista, non condividendone la dissacrazione formale, durante tutta la propria carriera il pittore si cimentò con appassionato ardore al recupero della tradizione figurativa del passato e del rigore formale incessantemente perlustrato e selezionato all’interno delle fonti classiche, che lo portò ad aderire con trasporto al gruppo Novecento. Un’opera come La terra (olio su tela, 1921, collezione privata) esemplifica in maniera emblematica quella che è la poetica dell’artista: dal chiaro intento allegorico, il dipinto è incentrato sulla figura femminile che simboleggia la madre terra – riconoscibile dai frutti sul vassoio – realizzata con solida plasticitĂ e un segno grafico preciso, in un’atmosfera solenne e dimessa allo stesso tempo.
La Galleria Carlo Virgilio ha proposto un suggestivo Autoritratto (acquerello e matita su carta, 1942), caratterizzato da un tratto denso e pastoso, ma pure condotto con una calibrata solidità plastica, di stampo retorico ed accademico, che può ritrovarsi in tutta la produzione del pittore. La Nostra Galleria ha anche trattato alcune opere grafiche del pittore, tra cui il ciclo con le allegorie dei mesi (tecnica mista su carta, 1935 ca.), dove spiccano Marzo per la solenne statuarietà di quello che sembra un soldato romano (Augusto?) e Giugno, con i suoi echi di verismo tardo ottocentesco.
Nella collezione d’arte della Fondazione Cariplo sono presenti due grandi cartoni realizzati dal Funi rappresentanti la Gloria e Minerva (carboncino e tempera su cartone applicato su tela, 1940), preparatori per i mosaici che Giuseppe Salietti eseguì sulla cupola della Sala Riunioni della Ca’ de Sass a Milano, preziosa testimonianza dell’ascendente neoclassico, dalle forme solide e scultoree, che interessò la tarda attivitĂ del pittore.
Achille Funi (Ferrara 1890-Appiano Gentile 1972) Self-Portrait 1942 Watercolour and pencil on paper, 380 Ă— 310 mm Signed bottom left: “A. Funi” Exhibition labels on the back of the original mount: Galleria del Milione, Milan, 1942, 3069/3; Galleria dei Serpenti, Rome; Finarte, Rome, 1984. Provenance: Rome, private collection After the experience of Futurism, filtered through CĂ©zanne and Cubism, he adheres to the general Return…