Nato a Napoli nel 1803, Vincenzo Abbati frequentò dal 1822 al 1826 la scuola di scenografia del R. Istituto di Belle Arti della città, seguendo le lezioni di Niccolini, per entrare successivamente nello studio di Lemasle, scenografo del Teatro San Carlo.
A partire dal 1843 si spostò per esigenze lavorative tra Gratz e Firenze, prima di stabilirsi a Venezia dal 1844 al 1859.
Nel 1861 tornò a vivere a Napoli, dove venne omaggiato della carica di pittore onorario dell’Istituto di Belle Arti.
La sua carriera si orientò, come potrebbe dedursi dalla particolare formazione che ricevette, nella realizzazione di vedute prospettiche di interni, soprattutto chiese, dalle forti reminiscenze olandesi. Nei suoi quadri è infatti la luce, sapientemente modulata nell’accordare i toni, ad essere il protagonista silenzioso.
Vincenzo Abbati si fece conoscere al pubblico con il dipinto Veduta del salone dei gessi del R. Istituto di Belle Arti, esposto alla prima Mostra Borbonica del 1826. Durante il soggiorno veneziano attirò su di sé i favori della duchessa di Berry, divenendo a conti fatti il suo pittore personale. La figlia del re Francesco I, oltre a commissionargli numerose opere, incentivò il pittore a partecipare alle esposizioni locali in terra lagunare. In quella del 1844 presentò, tra gli altri, Il monumento tombale di don Pedro nella cattedrale di Palermo, una Veduta di Capri in notturna e una Grotta di Posillipo.