Nato a Milano il 1° ottobre 1848, a partire dal 1866 il pittore Achille Tominetti studiò all’Accademia di Brera frequentando le lezioni di Luigi Riccardi alla Scuola del Paesaggio.
A causa delle ristrettezze economiche della famiglia nel 1872 l’artista fu costretto a trasferirsi a Miazzina, dove svolse l’attività di agricoltore, pur continuando a dipingere e a inviare con regolarità sue opere alle esposizioni annuali di Milano, Genova e Torino.
Chiamato dalla famiglia Troubetzkoy come insegnante di disegno del figlio Pietro, nel 1885 il pittore si trasferì presso la loro villa a Ghiffa, dove ebbe modo di conoscere Vittore Grubicy De Dragon, entrando nella scuderia degli artisti promossi dalla famosa galleria. Nel 1888 Tominetti partecipò alla mostra londinese degli artisti italiani, a fianco tra gli altri di Silvestro Lega e Angelo Morbelli, riuscendo a raggiungere grazie ai Grubicy un ampio apprezzamento a livello internazionale. La galleria milanese nel 1911 allestì per altro una personale del pittore a Verbania, i cui dipinti di lì a poco divennero il nucleo fondante del Museo del Paesaggio.
Morì a Miazzina il 1° luglio 1917.
Tominetti dedicò la propria carriera alla realizzazione di paesaggi pastorali dal tono placido e l’atmosfera lirica, in cui spesso si trovano ad agire contadini alle prese con il lavoro nei campi o al pascolo con le proprie greggi, un chiaro rimando alla propria vicenda biografica. Dipinti come Aratura a Miazzina (olio su tela, 1900, Verbania, Museo del Paesaggio), realizzati attraverso una tecnica divisionista e legati, per valori cromatici e luministici, al naturalismo lombardo, sono un esempio dell’interesse del pittore per il lavoro nei campi, ma che permettono altresì di cogliere una specie d’apologia della vita agreste, che trascorre serena, nobilitante.