Il pittore Agostino Tofanelli nasce a Nave, nei pressi di Lucca, il 22 maggio 1768, fratello minore del più celebre pittore Stefano. È documentato a Roma a partire dal 1783, anno in cui viene effigiato insieme al padre e a Bernardino Nocchi all’interno dell’Autoritratto che Stefano realizzò come omaggio all’anziano collega (olio su tela, Museo di Roma di Palazzo Braschi).
Agostino è conosciuto dagli studi prevalentemente per la sua carriera, corrispondente a quella attuale di sovrintendente alle Belle Arti. Nel 1801 il pittore era stato nominato, ancora giovane, sottocustode del Museo Capitolino, divenendone direttore nel 1818 e curandone il catalogo (che rieditò lui stesso più volte). Chi scrive ha potuto constatare, attraverso la consultazione di carte d’archivio, che a partire dagli anni Venti il pittore fece parte anche della Commissione Consultiva, organo di competenza pontificia preposto alla tutela del patrimonio. Nel 1807 era entrato invece tra i soci della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon. Nel 1809 venne inciso su suo disegno il S. Sebastiano del Guercino, dedicato al generale Miollis, governatore di Roma, che lo aveva nominato conservatore del Museo Imperiale del Campidoglio. Nel 1830 il pittore fu insignito del cavalierato, come risulta dalla firma apposta sul ritratto grafico del cardinale Camerlengo Bartolomeo Pacca. Morì a Roma il 31 luglio 1834.
Formatosi all’ombra del più celebre fratello Stefano, per il quale fece da collaboratore in occasione della decorazione di Villa Mansi a Segromigno, Agostino parve accostarsi in un secondo momento alle correnti più aggiornate del Neoclassicimo maturo, a cominciare da quelle dei pittori Vincenzo Camuccini e Gaspare Landi. Nel suo Mario a Minturno (olio su tela, in situ), realizzato su istanza del principe Gabrielli nel 1809 per Palazzo Taverna di Roma, è altresì proponibile un diretto accostamento con il dipinto di medesimo soggetto dipinto da Drouais, per impianto compositivo, sobrietà dell’ambientazione e gesti enfatici ma contratti.
In merito alla produzione sacra del pittore, va ricordata la pala d’altare con Il transito di San Remigio per la chiesa di S. Pietro di Gubbio, già attribuito al fratello, caratterizzato da un’atmosfera ieratica e malinconica che riflette le nuove poetiche romantiche.
Apprezzatissimo per le sue doti nel disegno, Agostino collaborò alla realizzazione di numerosi volumi d’incisioni, tra cui quello con Ennio Quirino Visconti per i bassorilievi del Museo Pio-Clementino (1796) e quello per le scultura di Villa Borghese.