Nato a Ferrara il 31 agosto 1852, il pittore Gaetano Previati frequentò a partire dal 1870 la Scuola di Belle Arti sotto la guida di Giovanni Pagliarini, e dopo aver consumato il triennale servizio militare a Livorno nel 1876 frequentò brevemente lo studio di Amos Cassioli a Firenze. Nel 1877 l’artista si trasferì a Milano per seguire i corsi dell’Accademia di Brera, ottenendo l’anno seguente un premio, e quello dopo vincendo il concorso Canonica grazie al dipinto Gli ostaggi di Crema (olio su tela, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). A partire dal 1881 il pittore aprì uno studio a Milano ed iniziò poco dopo a dedicarsi agli affreschi raffiguranti la Via Crucis per il cimitero di Castano Primo, che lo tennero impegnato fino al 1889.
Nel 1891 Previati presentò all’Esposizione Triennale di Brera il dipinto Maternità (olio su tela, Milano, Galleria d’Arte Moderna, in comodato dal Banco BPM) ampiamente contestato dalla critica per l’utilizzo della tecnica divisionista ma difeso da Vittore Grubicy, che l’anno successivo gli valse l’invito al parigino Salon della Rose-Croix. A partire da questi anni il pittore perfezionò la propria ricerca luministica e la tecnica divisionista realizzando dipinti come La Madonna dei gigli (olio su tela, 1893, Milano, Galleria d’Arte Moderna) esposta a Brera nel 1894 e I funerali della Vergine (olio su tela, 1895, collezione privata) presentata alla prima Biennale di Venezia. Grazie al contratto firmato nel 1898 con Grubicy l’artista poté dedicarsi con serenità alle proprie sperimentazioni pittoriche, compiendo numerosi soggiorni in Liguria. Sempre su iniziativa del gallerista, Previati partecipò alla Mostra d’Arte Sacra di Lodi del 1901 che contribuì a decretarne il successo nel campo dei soggetti sacri grazie a dipinti come Spasimo (olio su tela, 1901, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), mentre Alberto Grubicy ne organizzò la partecipazione alle più importanti rassegne europee, come la Secessione di Berlino del 1902 e la Quadriennale di Monaco del 1905.
Sconvolto dalla morte della moglie e del figlio avvenute nel 1917, il pittore interruppe la produzione artistica, morendo pochi anni dopo, a Lavagna, il 21 giugno 1920.
Formatosi sugli esempi lirici e melodrammatici di Domenico Morelli e Tranquillo Cremona, il pittore successivamente si allontanò dai canoni della pittura di storia per intraprendere un percorso volto all’analisi dell’esistenziale sofferenza umana e delle reazioni emotive dei protagonisti, come esemplifica il dipinto Gli ultimi momenti di Carlo Alberto (olio su tela, 1884, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), presentato all’Esposizione Nazionale di Torino del 1884.
Superati dunque gli indirizzi della scapigliatura lombarda, Previati si addentrò all’interno di una personale quanto pionieristica ricerca cromatico-luministica basata sull’utilizzo di pennellate filamentose e materiche, creatrici di linee sinuose che apriranno al linguaggio modernista Liberty, apprezzabile in dipinti come Nel prato (olio su tela, 1889-1890, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), che al meglio esprime quel concetto metafisico, teosofico e vitalistico della natura.
Mammina (olio su tela, 1908, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), presentato al Salon Pro-Musée Segantini nel 1908, alla personale milanese del 1911 e alla Biennale di Venezia del 1912, esemplifica al meglio la tarda attività del pittore in cui l’intima familiarità del soggetto viene declinata attraverso l’eterodossia compositiva e il dialogo con la vegetazione.