Nato a Trieste il 16 maggio 1879, il pittore Pietro Marussig trascorre la propria infanzia in un ambiente borghese e agiato, sensibile all’arte: il nonno Piero era stato difatti un pittore dilettante, mentre il padre era un appassionato collezionista. Compiuti gli studi artistici presso la Scuola Industriale della città sotto la guida di Eugenio Scomparini, ad inizio secolo l’artista si trasferisce a Vienna e poi a Monaco, attratto dalle novità secessioniste. Entrato in contatto con artisti come Gustav Klimt e Franz von Stuck, che ebbero un’enorme influenza su di lui, dal 1903 al 1905 Marussig si trasferisce a Roma, dove approfondisce la tecnica divisionista, per poi compiere un soggiorno a Parigi per aggiornarsi sulla pittura postimpressionista, apprezzando in particolar modo Gauguin e Matisse. Tornato a Trieste nel 1906 il Nostro prende parte alla mostra organizzata in occasione dell’inaugurazione del traforo del Sempione.
Nel 1913 l’artista partecipa alla II Esposizione Nazionale di Napoli, sia come espositore che come organizzatore, mentre all’anno successivo risale la sua prima personale, tenutasi presso la galleria Cassirer di Berlino. Nel 1919 Marussig espone alla Quadriennale di Torino per poi trasferirsi l’anno successivo a Milano stimolato dal fermento del capoluogo meneghino, stringendo amicizia con Achille Funi e Ubaldo Oppi.
Nel 1923 il pittore è tra i fondatori del noto gruppo Novecento, con il quale espone alla Galleria Pesaro di Milano e alla Biennale di Venezia dell’anno seguente. Il suo forte senso d’indipendenza tuttavia gli impedisce di adottare il tono trionfalistico e retorico dell’estetica fascista, cosicché il pittore rimane escluso dai circoli ufficiali e da prestigiose premiazioni.
Muore a Pavia il 13 ottobre 1937.
Influenzato da una pluralità di stimoli e linguaggi espressivi, Marussig codificò uno stile in cui alla linea nervosa e incisiva d’ascendenza secessionista assimilò il particolare uso aggressivo e antinaturalistico del colore ripreso dai pittori postimpressionisti. L’autonomia e l’internazionalità della sua arte, estremamente raffinata, possono apprezzarsi in dipinti come Il lago d’Iseo (olio su tela, 1932, Milano, Galleria Civica d’Arte Moderna) dai volumi nitidamente definiti e i colori brillanti. Più assimilabile alle poetiche del gruppo Novecento è Donne al caffè (olio su tela, 1924, Milano, Museo del Novecento) in cui il pittore ritrae un interno borghese, assai elegante, in un’atmosfera generale da “ritorno all’ordine”.
Piero Marussig (Trieste 1879-Pavia 1937) Interno con maschere (e autoritratto) 1925 Olio su tavola, 49,8 Ă—Â 44,9 Firmato P. Marussig Provenienza: Padova, collezione privata Bibliografia: Alessandra Tiddia, Pietro Marussig, Trieste 2015, cat. 410. Pittore di formazione internazionale, studia tra Vienna, Monaco, Roma e Parigi e partecipa alle piĂą importanti collettive del suo tempo in Italia e all’estero. A contatto con lo Jugendstil – Franz…