Il pittore Giuseppe Errante nacque a Trapani il 19 marzo 1760 e ricevette la prima formazione artistica dal modesto scultore Domenico Nolfo. A partire dal 1773 il pittore si trasferì a Palermo, dove grazie al sostegno economico del barone di Milo e del cavaliere Di Ferro poté continuare i propri studi con padre Fedele da San Biagio e con Gioacchino Martorana. Tornato a Trapani, intorno al 1780 Errante dipinse Le anime del Purgatorio per una chiesa dentro le mura del castello, andata distrutta, ma fortunatamente dell’opera ci rimane il bozzetto preparatorio conservato presso il Museo Pepoli. Nel 1784 il pittore si spostò a Roma, dove frequentò lo studio dell’architetto Giuseppe Barbieri e iniziò a ricevere sempre più commissioni, che ne testimoniano l’affermarsi sulla scena artistica capitolina: nel 1785 licenzia la pala d’altare con i Santi Vincenzo e Anastasio per l’omonima chiesa e soprattutto realizza l’affresco con Le nozze di Amore e Psiche in un salone del prestigioso Palazzo Altieri, mentre del 1786 sono gli affreschi raffiguranti Le anime del Purgatorio per la cupola della chiesa dell’Orazione e Morte di Civitavecchia.
Nel 1787 il pittore è a Napoli, dove ha modo di omaggiare il re Ferdinando IV con un dipinto avente per tema Leda e il cigno, che gli assicura un pensionato annuo a Roma e l’alloggio presso la Farnesina. Ottenuto il benestare regio nel 1791 per l’istituzione di un’Accademia di Belle Arti a Trapani che fosse indipendente da quelle di Napoli e Palermo, nel 1794 al pittore vennero richiesti dei lavori per Palazzo Reale di Caserta, che però sfumarono quando venne accusato di complotto e fu costretto a fuggire a Milano. Qui il pittore soggiornò dal 1795 al 1810, aprì una scuola di scherma ma soprattutto, grazie anche all’amicizia con Giuseppe Bossi, inaugurò forse quella che può considerarsi la stagione più importante e proficua della sua attività, volgendo drasticamente verso un linguaggio pienamente Neoclassico. In occasione della venuta a Milano di Napoleone nel 1806 Errante espose a Brera opere di soggetto allegorico e mitologico, tra cui Giove divide con Napoleone l’impero della terra, assai apprezzati dall’imperatrice Giuseppina. Su richiesta di Gioacchino Murat nel 1810 il pittore prese la strada verso Napoli per istituirvi un’Accademia di Belle Arti, ma la salute cagionevole lo costrinse a fermarsi a Roma, dove morì il 16 febbraio 1821.
Tra le figure di rilievo del Neoclassicismo tra Roma, Napoli e Milano, la sua personalità artistica, per nulla marginale, deve tuttavia ancora essere indagata in maniera approfondita. Se si osserva un dipinto come La morte di Antigone (olio su tela, 1800 ca., Trapani, Museo Pepoli), ideato e realizzato durante il periodo milanese del pittore, è possibile identificare quell’ascendente per un lessico nobile ed epurato, derivatogli dalla frequentazione con Giuseppe Bossi, rimodulato sulla scorta del soggiorno romano in cui Errante aveva potuto intercettare le novità formali e ideologiche introdotte da David e da Vincenzo Camuccini.
Presso la Galleria è transitato l’inedito Autoritratto (olio su tela, 1788 ca.), dove il giovane si rappresenta vestito all’antica, investito da una luce calda e dorata. Una riscoperta tanto più preziosa se si considera che la sua produzione nel genere del ritratto è ancora piuttosto semisconosciuta.
Giuseppe Errante (Trapani 1760 – Roma 1821) Autoritratto 1790 ca. Olio su tela, cm 93 x 69 Sul retro, cartiglio dattiloscritto e incollata sulla tela: “AUTORITRATTO ERRANTE GIUSEPPE/ da Trapani, nato nel 1760, morto nel 1821 a Roma / amico del Bossi a Milano ove dimorò. / Dipinse a fresco a Civitavecchia la cupola del-…