Il pittore Giovanni Battista Dell’Era nacque a Treviglio il 20 maggio 1765, trasferendosi poi ancora giovanissimo a Bergamo per frequentare dal 1775 al 1781 la scuola di Francesco Capella. Il pittore completò la propria formazione presso l’Accademia di Brera grazie al sostegno dell’orefice Luigi Varisco, studiando con Giuliano Traballesi, Giocondo Albertolli e Giuseppe Franchi. Fu proprio lo scultore a raccomandare nel 1783 Dell’Era al conte Peter de Salis, governatore della Valtellina, che lo assunse come insegnante di disegno per i propri figli. Nel 1785 il conte finanziò un primo soggiorno romano al pittore, poi prolungato anche per i due anni successivi, che scelse l’Urbe come sede principale della propria attivitĂ , affermandosi inizialmente come ritrattista. Il cardinale bergamasco Francesco Carrara, ritratto dal Dell’Era nel 1786 (olio su tela, Bergamo, Municipio), introdusse l’artista all’interno dell’ubertoso circolo di Angelika Kauffman, entrando dunque in frequentazione con il di lei marito Antonio Zucchi, con Volpato e Tischbein, ma soprattutto con Johann Friedrich Reiffenstein, agente artistico di Caterina II, che nel 1786 coinvolse il pittore nella realizzazione di copie ad encausto delle Logge Vaticane di Raffaello da collocare all’Ermitage.
Al 1787 risale la vittoria della prima dizione del Concorso Curlandese indetto dall’Accademia Clementina con un dipinto raffigurante Egeo riconosce il figlio Teseo (olio su tela, Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna), fortemente ispirato al nuovo linguaggio classicista di David.
Dal 1789 al 1791 l’artista fu pensionato a Roma dell’Accademia di Brera, svolgendo nell’ultimo anno un soggiorno a Firenze destinato alla copia dei capolavori di Andrea del Sarto, Rubens e Gherardo delle Notti conservati agli Uffizi. Durante questo periodo, nel quale peraltro il pittore entrò a far parte dell’Accademia fiorentina come pittore “figurista”, Dell’Era partecipò all’impresa promossa da SĂ©roux d’Agincourt consistente nella realizzazione di disegni a puro contorno riproducenti opere del Quattrocento per la sua Histoire de l’art. Confermato come alunno pensionato dell’Accademia d’Italia per il quadriennio 1791-1795, il pittore iniziò a frequentare l’Accademia de’ Pensieri di Felice Giani, da dove trasse quel gusto per un linguaggio anticonformista e sensibile al classicismo visionario introdotto a Roma dagli artisti nordici.
Tra il 1790 e il 1794 Dell’Era, coinvolto per l’occasione da Giacomo Quarenghi, prese parte alla realizzazione di otto pitture ad encausto da destinarsi alla Sala Rossa del castello di Zarskoje Selo per volontĂ dell’imperatrice Caterina II: di mano del pittore è la vasta tela con Lucio Albinio e le Vestali. Specializzatosi in questa particolare tecnica, oramai caduta in disuso, Dell’Era aprì in societĂ con Giuseppe Minotti uno studio di pittura ad encausto presso via dell’Angelo Custode, nel rione Trevi, presso il quale fece visita Francesco Piranesi, che ne lodò le straordinarie qualitĂ . Nominato membro dell’Accademia Clementina nel 1797, l’anno successivo Dell’Era abbandonò Roma, sconvolta dai tumulti rivoluzionari, per riparare a Firenze, dove lavorò al seguito di Luigi Siries, direttore della manifattura granducale.
Morì a Firenze il 7 gennaio 1799.
Seppur tarpata dalla prematura scomparsa, la prassi figurativa di Dell’Era si rivela ricca di sfaccettature e foriera di stimoli, in dialogo con il fervido dibattito artistico che animava l’ambiente culturale capitolino, così ricco di riflessioni e sperimentazioni. Anche in un dipinto di carattere religioso come Ester davanti Assuero, realizzato nel 1795 per la Cappella del Rosario nella chiesa di San Martino di Alzano Maggiore, è ben visibile come il pittore fosse riuscito a svincolarsi da qualsiasi dogmatismo per inscenare una rappresentazione dalle ambientazioni quasi oniriche, in cui l’abbandonarsi sentimentale di Ester viene stemperato da un’atmosfera dominata da forti valori cromatici, vibranti di luce veneta.
La sua adesione ai canoni neoclassici è evidente nel bozzetto rappresentante Giove, dinanzi alle suppliche di Amore, annuncia le nozze tra Amore e Psiche (inchiostro a penna, matita, biacca, tempera e acquerello su carta, 1798), transitato presso la Galleria, dove alle fattezze statuarie, dagli atteggiamenti nobili, delle figure, si accompagna una gamma cromatica sobria che in un fondersi quasi sommesso abbraccia un segno grafico deciso e preponderante.
La carriera di Dell’Era deve essere in ogni caso giudicata prevalentemente tenendo a mente le sue straordinarie qualitĂ di disegnatore, in questo caso accostabili in stretta relazione con le sperimentazioni promosse in seno all’Accademia de’ Pensieri, come ben enucleato dal Ritratto di gruppo in giardino (penna a inchiostro bruno, acquerello, biacca e matita su carta), anch’esso trattato dalla Galleria, assai vicino a quel gusto tipicamente inglese per la riunione informale in contesti naturalistici.