Il pittore Felice Giani nacque a San Sebastiano Curone, in provincia di Alessandria, il 15 dicembre 1758, e si trasferì, prima del 1774, a Pavia, per ricevere una iniziale formazione in ambito artistico con il pittore Carlo Antonio Bianchi e l’architetto Antonio Galli Bibiena. A partire dal 1778 il pittore si trasferì a Bologna, dove rimase fino al 1780, per studiare presso l’Accademia Clementina sotto i pittori Ubaldo Gandolfi e Domenico Pedrini. Grazie alla protezione del principe Doria Pamphilj l’artista potĂ© trasferirsi a Roma ed iscriversi all’Accademia di San Luca, formandosi con l’illustre Pompeo Batoni. Nel 1786 il pittore si spostò a Faenza per decorare la Galleria dei Cento Pacifici, mentre l’anno successivo si dedicò a quella del Palazzo Conti-Sinibaldi, dopo l’elezione ad accademico d’onore presso l’Accademia Clementina. Tornato a Roma nel 1788, la sua attivitĂ si concentrò prevalentemente sulla decorazione ad affresco, partecipando prima come comprimario ai lavori di Palazzo Chigi e Villa Borghese, poi come protagonista assoluto in quelli di Palazzo Altieri (1789-92), dove potĂ© dar vita ad un recupero quasi filologico delle decorazioni parietali all’antica. Nello stesso torno d’anni il pittore fondò nella sua casa quell’Accademia de’ Pensieri che tanto lo rese celebre: riunioni informali dove artisti giovani poterono formarsi in un clima di reciproca sfida ed emulazione, divenendo di fatto un crogiolo della promozione dell’estetica neoclassica.
Giani nel 1811 venne eletto accademico di merito dalla romana San Luca, mentre al 1819 risale la nomina a membro dell’Accademia dei Virtuosi del Pantheon. Morì a seguito di una caduta da cavallo a Roma, l’11 gennaio 1823.
Pittore dalla prassi artistica estremamente originale ed eclettica, il lessico formale di Felice Giani si sostanzia attraverso una costante ansia sperimentale ed una tracotanza narrativa, riscontrabile fin dalle prime opere, come nel disegno acquerellato con Cristo che scaccia i mercanti dal tempio, con cui vinse il secondo premio di pittura dell’Accademia di San Luca del 1783. La decorazione parietale eseguita dal pittore a Palazzo Milzetti (1792-94) è considerata tra i vertici piĂą riusciti della nuova corrente neoclassica, per rigore formale, originalitĂ d’impaginazione e sforzo filologico nella traduzione di motivi all’antica – ispirati prevalentemente dagli ornati delle Terme di Tito.
La Galleria Carlo Virgilio ha avuto il bozzetto preparatorio che il pittore eseguì in relazione alla decorazione della Galleria di Psiche in Palazzo Laderchi a Faenza (1792-94): trattasi della scena con Psiche riceve l’unguento da Proserpina (olio su carta intelata), saggio della meravigliosa esuberanza espressiva del Giani, esplicata attraverso una pennellata libera e materica.
Felice Giani (San Sebastiano Curone 1758 – Roma 1823) Psiche riceve l’unguento da Proserpina 1792-94 Olio su carta intelata, cm 29,5 x 37 Si tratta dello studio preparatorio per l’omonimo riquadro della Galleria di Psiche al piano nobile di Palazzo Laderchi a Faenza, dove undici scomparti decorativi narrano la favola di Amore e Psiche…
Felice Giani (San Sebastiano Curone, Alessandria 1758 – Roma 1823) 1800-1810 circa Sansone che distrugge il Tempio dei Filistei Penna a inchiostro nero, acquerello a inchiostro bruno su carta mm 520 x 405 Inscritto in basso al centro: “Sansone”