Il pittore Johann Carl Eggers nacque a Neustrelitz il primo ottobre 1787, e dopo aver completato gli studi giuridici presso le università di Halle e Heidelberg, dal 1807 al 1812 frequentò i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Dresda, dove ebbe i primi contatti con il circolo intellettuale dei romantici. Trasferitosi a Vienna per perfezionare la propria formazione di stampo accademico, Eggers abbandonò presto le lezioni con la convinzione che fosse un insegnamento obsoleto e fondamentalmente inutile, preferendo accostarsi al gruppo di intellettuali gravitante intorno la figura di Friedrich Schlegel.
Nel 1813 il pittore decise di trasferirsi a Roma affiliandosi ai Lukasbrüder, che avevano in Overbech il loro spirito guida, legandosi in stretta amicizia con quest’ultimo, che lo ritrasse intorno al 1816 (olio su tela, Karlsruhe, Galleria Nazionale). Nell’Urbe, Eggers, in piena conformità con le aspirazioni formali professate dalla corrente nazarena, dedicò gran parte nel suo impegno alla copia dei grandi maestri rinascimentali e soprattutto di Raffaello, interessandosi con passione alla tecnica dell’affresco, che successivamente insegnerà allo stesso Overbech e a Philip Veit. La prima importante commissione ricevuta a Roma dal pittore, che ne testimonia la stima guadagnatasi all’interno dell’ambiente artistico capitolino, risale al 1816, quando eseguì una delle lunette della Galleria Chiaramonti nel Museo Pio-Clementino raffigurante Il tributo alla Dea Roma.
Sebbene molta della sua produzione risulta ad oggi dispersa, sappiamo che Eggers era particolarmente apprezzato dai contemporanei per il vigore delle partiture cromatiche e per le scelte formali adottate, ammiccanti ad un neo-michelangiolismo che donava alle figure una plastica sodezza. Nel 1832 il pittore fece ritorno nella propria città natale insieme all’amico Ferdinand Ruschewey, a cui seguirono importanti commissioni pubbliche, tra cui gli affreschi per il nuovo cimitero di Neustrelitz e quelli nell’atrio dell’Altes Museum di Berlino, di un ermetico ed bizzarro classicismo manierista.