Il pittore Maurizio Dufour nacque a Torino l’8 luglio 1826, ma si trasferì giovane insieme alla famiglia a Genova, dove compì i primi studi. A partire dal 1840 il pittore prese a frequentare i corsi dell’Accademia Ligustica, studiando disegno e pittura anche con Giuseppe Ferrari, indirizzandosi verso un romanticismo pittoresco dagli spiccati effetti atmosferici. Nel 1848 Dufour compì un viaggio di formazione che lo portò a Roma, in Toscana e in Umbria, esperienza che si rivelò fondamentale per la maturazione del suo linguaggio artistico, evolutosi in senso purista. Nella Città Eterna l’artista entrò infatti in contatto con Minardi e con il circolo artistico gravitante intorno ad Overbeck, prima di trasferirsi nel 1849 a Firenze, rimanendo affascinato dalle opere quattrocentesce, di Beato Angelico in particolare. Nella città toscana il pittore frequentò i corsi accademici di geometria, prospettiva e anatomia con Raffaele Bonaiuti, e frequentò il gruppo di artisti gravitanti intorno al Caffè Michelangelo. Dopo un breve soggiorno veneziano, sospettato dal governo austriaco di nutrire sentimenti liberali, Dufour fu costretto a rientrare a Genova nel 1852, venendo nominato l’anno seguente socio promotore dell’Accademia Ligustica. Nella città ligure il pittore aprì uno studio e diede inizio ad un’intensa attività pittorica di carattere religioso volta ad adornare le chiese del territorio, fortemente ispirata alla poetica purista, favorita dalla vicinanza avuta con l’Overbeck durante il periodo romano. Della seconda metà degli anni Cinquanta sono un San Giovanni Battista per la chiesa di Voltaggio, lo Stendardo del Santissimo Sacramento per la chiesa di San Sisto e La Madonna con Bambino, San Lorenzo e due angeli realizzata per la tomba del padre nel cimitero di Staglieno. Tra il 1859 e il 1860 il pittore diresse il restauro della chiesa di Santa Maria del Castello, nella quale eseguì alcune decorazioni pittoriche in collaborazione con Luisa Piaggio Mussini, per dedicarsi poi quasi esclusivamente all’attività di architetto restauratore: con la costruzione della chiesa dell’Immacolata a Genova, considerata la miglior espressione dell’eclettismo sacro ligure, Dufour raggiunse i suoi vertici più apprezzabili.
Morì a Cornigliano il 17 agosto 1897.
Formatosi sulla scorta della paesaggistica ligure contemporanea, che era andata canonizzandosi verso un romanticismo dalle intonazioni pittoresche impregnato di cultura nordica, tra le prime opere eseguite dal Dufour risultano essere dei Paesaggi d’invenzione (olio su tela, 1846 ca., Genova, collezione privata) incentrati su poetiche evocazioni atmosferiche dai forti toni crepuscolari. Successivamente il pittore, spinto soprattutto dall’incontro avvenuto a Roma con l’Overbeck e in seguito ai tre anni trascorsi a Firenze, dove si legò di amicizia con il marchese Pietro Selvatico Estense, studioso del Beato Angelico, orientò il proprio linguaggio figurativo nella riproposizione di stilemi d’ascendenza purista in uno stretto dialogo con la pittura quattrocentesca. Tra le sue più pregevoli creazioni risulta essere il San Tommaso d’Aquino orante tra due angeli (1855, olio su tavola, chiesa di Santa Maria di Castello), dipinto su fondo oro con un’ammirabile solidità plastica e purezza formale, che donano all’opera un’aura di delicato lirismo devozionale