Il pittore Giuseppe De Nittis nacque a Barletta, in provincia di Bari, il 25 febbraio del 1846, e dal 1861 frequentò i corsi del Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, venendone espulso due anni dopo per indisciplina, causata dalla sua insofferenza verso troppo schematici insegnamenti, oramai considerati superati. Così insieme ai pittori Federico Rossano e Marco De Gregorio l’artista iniziò a dipingere all’aria aperta nella zona di Portici, finché nel 1864 non venne notato da Adriano Cecioni, con il quale fondò la “Scuola di Resina”, divenuta celebre proprio per un più diretto rapporto con la realtà . A partire dal 1866 il pittore prese a frequentare gli artisti del Caffè Michelangelo grazie al Cecioni, diventando amico di Telemaco Signorini ed esponendo alcune sue opere all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
L’anno seguente il pittore si trasferì a Parigi su suggerimento del Cecioni, dove conobbe Ernest Meissonier e Jean-Léon Gérome, entrò in rapporti commerciali col noto mercante Groupil e s’indirizzò verso la rappresentazione di tematiche più strettamente mondane attraverso un lessico elegante.
Nel 1869 l’artista sposò Léontine Gruville, che ebbe un ruolo di primo piano nella maturazione del suo stile e in alcune scelte professionali, ed espose in quello stesso anno per la prima volta al Salon opere come Visita all’antiquario (Philadelphia, collezione J. G. Johnson) e Passa il treno (olio su tela, 1869, Barletta, Pinacoteca De Nittis).
Durante la fase parigina De Nittis usava comunque trascorrere lunghi periodi in Italia per eseguire studi di paesaggio e abbozzi poi trasformati in dipinti una volta tornato nel suo studio francese, come nel caso di Ritorno dal Vesuvio (olio su tela, 1873, collezione privata) dedicato allo scrittore Alexandre Dumas, frequentatore del suo salotto.
Nel 1874 De Nittis è l’unico italiano a figurare tra i pittori ospitati nell’atelier del fotografo Nadar in occasione della celebre mostra considerata come l’evento che vide la nascita dell’Impressionismo, dove presentò cinque opere: Studio di donna, Paesaggi presso il Bois, Levar di luna, Strada in Italia e Campagna del Vesuvio.
Il 1884 è l’anno del suo definitivo trionfo in occasione del Salon parigino, dove due sue tele vengono acquistate dal Musée de Luxembourg, sebbene poco dopo morirà presso Saint-Germain-en-Laye, il 21 agosto.
Divenuto ben presto il cronista della vita urbana e mondana della ville lumiére, De Nittis viene ricordato come uno dei più talentuosi e apprezzati sperimentatori della tecnica del pastello, che gli consentiva, grazie alle delicate sfumature dei passaggi tonali, una totale libertà espressiva. In una delle opere più note del pittore, ovvero l’immenso trittico conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (Le corse al Bois de Boulogne, Accanto alla stufa e Sulla seggiola, pastello su tela, 1881) l’artista dispiega una virtuosistica rete di segni continui ed utilizza il frottage, in cui il pigmento è diluito o intensificato a seconda dell’effetto desiderato.
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