Del pittore Aniello D’Aloisio, nato a Napoli nel 1775, non si hanno notizie fino al 1812, quando espone una Festa campestre alla rassegna annuale dell’Accademia di Belle Arti partenopea. Con ogni probabilità D’Aloisio dovette formarsi in ambienti, se non accademici, quanto meno di alto livello professionale e prestigio, considerando che nel 1817 dipinse su incarico diretto di Ferdinando I La fondazione della basilica di San Francesco di Paola (olio su tela, Napoli, Museo di Capodimonte), in pendant con il quadro di Paolo Albertis. In effetti tutta la carriera del pittore può essere letta in parallelo, quasi in un dialogo serrato, con quella del più noto Albertis, considerando ad esempio che il quadro con Veduta del Teatro San Carlo del D’Aloisio (olio su tela, 1820 ca., collezione privata) è stato per lungo tempo riferito proprio al collega. Le soluzioni formali ed iconografiche adottate da entrambi sono le medesime, incentrate nella documentazione di eventi e momenti della vita contemporanea attraverso vedute dal forte taglio scenografico, memori della grande tradizione settecentesca in questo campo.
D’Aloisio si occupò in maniera piuttosto interessante anche della pittura più popolare, di genere, ma predilesse in modo significativo episodi che celebrassero la restaurazione borbonica a Napoli: ne sono degli esempi dal valore documentario la Messa solenne al Campo di Marte (olio su tela, 1818, Reggia di Caserta), collegata ad una festa in occasione della recuperata salute di Ferdinando I, e il Solenne ingresso del re dalla Strada di Floria, che venne esposo alla rassegna accademica del 1833.
Nella pittura d’interni, branca nella quale il pittore si specializzò a partire dalla piena maturità, è d’obbligo menzionare l’Interno dell’Arcivescovado di Napoli, presentato alla Biennale del 1830, nel torno d’anni in cui divenne professore onorario nella scuola di disegno.
Morì a Napoli nel 1855.