Il pittore Nicola Cianfanelli nacque a Mosca il 19 luglio 1793, e dopo aver trascorso l’infanzia in giro per le maggiori capitali europee al seguito della famiglia, a Pisa divenne allievo di Carlo Lisinio, che lo indirizzò alla copia degli affreschi nel Camposanto, in particolare di quelli di Benozzo. Trasferitosi con la famiglia a Firenze, il pittore si iscrisse all’Accademia di Belle Arti perfezionandosi con Pietro Benvenuti, venendo premiato nel 1815 per un disegno di nudo e aggiudicandosi nel 1818 il premio semestrale in pittura con Sileno ubriaco chiede da bere alle baccanti. Il biografo del Cianfanelli, Missirini, ricorda anche come l’artista si mise a modellare delle sculture in terracotta per poter tradurre al meglio la tridimensionalità delle figure nei suoi dipinti.
Al 1822 risale la prima importante commissione del pittore, gli affreschi per Palazzo Borghese di Firenze, dove Cianfanelli eseguì, in pieno gusto neoclassico, un Trionfo della Felicità e un Apollo e le Grazie (molto rovinati e poco leggibili), mentre sul soffitto di una camera Ercole e Jole. Nello stesso anno partecipa all’esposizione del concorso triennale dell’Accademia con un dipinto raffigurante Nostra Donna portata in processione da un coro di fanciulle, che però non riscosse molti apprezzamenti. Nel 1828 il pittore è in Liguria, dove fu eletto professore dell’Accademia Ligustre di Genova, partecipando alla decorazione del Teatro Carlo Felice oltre che a realizzare dipinti per chiese e privati committenti. Divenuto professore accademico nel 1834, Cianfanelli diede inizio all’impresa, terminata nel 1837, consistente nella realizzazione di undici affreschi con scene dei Promessi Sposi negli ambienti della Meridiana di Palazzo Pitti, che gli assicurò un vasto successo. Dal 1840 al 1841 il pittore lavorò ad un’altra commissione di prestigio, l’affresco con Benvenuto Cellini presenta il modello del Perseo a Cosimo de’ Medici in un ambiente della villa di Scornio di Niccolò Puccini, per il quale lavorarono anche Bezzuoli, Martellini e Sabatelli.
Morì a Firenze il 30 agosto 1848.
Condotto in un primo momento a perseguire i modelli del neoclassicismo più canonico e severo, mutuato dagli esempi del maestro Benvenuti, il lessico del Cianfanelli si sviluppò successivamente in direzione di un’adesione al nascente romanticismo storico. Apice di questo tipo di produzione del pittore è il ciclo decorativo licenziato per Leopoldo II a Palazzo Pitti, dove le scene tratte dai Promessi Sposi sono condotte attraverso una ricostruzione scenica storicamente esatta, curata nei dettagli degli ambienti e degli abiti, mentre i gesti e le espressioni si caricano di teatralità coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Particolarmente apprezzati furono anche i bozzetti ad olio relativi al ciclo, alcuni dei quali vennero esposti in varie occasioni – il Griso in casa di Lucia fu presentato ad esempio alla prima Esposizione nazionale di Firenze nel 1861 – dei quali si lodarono soprattutto le qualità luministiche degli interni, di un verismo fiammingo.
Nelle opere di soggetto religioso il pittore parve trovarsi più a suo agio nell’adottare un linguaggio tradizionale, privo di eccessiva verve narrativa, come si può apprezzare nell’Adorazione dei Magi (olio su tela, 1838, in situ) dipinta per la cappella Pitti nella chiesa di Santa Felicita, che evidenzia un impianto compositivo tardosettecentesco, con reminiscenze di pittura veneta del primo Cinquecento.