Il pittore Luigi Catani nacque a Prato il 7 novembre 1762, e ricevette la prima formazione in campo artistico dal padre Stefano, con il quale collaborò alla decorazione di alcune sale di Palazzo Buonamici. Al 1787 risale la prima impresa compiuta in autonomia dal pittore, gli affreschi “all’etrusca” nella sala dell’Aurora e quelli nella sala delle Colonne (quadrature e Allegoria dell’Architettura sul soffitto) nel Conservatorio di San Niccolò di Prato. Dopo una breve sosta a Pistoia nel 1788 dove si era recato per affrescare una sala dell’Accademia degli Armonici, il pittore fece ritorno a Prato, dove eseguì Pallade strappa l’adolescenza dagli ozi di Venere sulla volta della sala di lettura della Biblioteca Roncioniana, tematica ispirata al dipinto che Pietro da Cortona aveva realizzato a Palazzo Pitti. Dopo aver eseguito gli affreschi per la Sala dell’Udienza del Palazzo Vescovile a Pistoia (Trionfo della Religione) e per il Duomo di Prato (Trionfo della Chiesa), il pittore si stabilì a Firenze intorno al 1800, dove venne coinvolto nel cantiere di Palazzo Pitti, che si stava riammodernando in quel tempo per volere di Ferdinando III. A seguito della decorazione di alcuni gabinetti al piano nobile e del salone nel “quartiere d’inverno”, al Catani venne affidata in un secondo momento (1819) l’esecuzione dell’affresco raffigurante L’educazione di Giove in una sala della Galleria Palatina che prese il nome proprio dal soggetto rappresentato.
Probabilmente, l’impresa che più rese celebre il Catani furono gli affreschi con scene mitologiche eseguiti entro il 1810 nella Sala di ricevimento della regina Baciocchi nella villa di Poggio a Cajano, tra i vertici del neoclassicismo toscano. Per Maria Luisa di Borbone il pittore fu attivo invece a Lucca, dove sul soffitto di una delle sue camere in Palazzo Ducale dipinse la scena con Giunone introdotta nell’Olimpo da Giove. In altri ambienti della medesima reggia realizzò anche Le quattro età dell’uomo, la Caduta di Icaro e Apollo con le Grazie. Nel 1832 il pittore venne nominato professore di ornato presso l’Accademia di Belle Arti fiorentina.
Morì a Firenze il 17 dicembre 1840.
Catani fu probabilmente il frescante più prolifico della Toscana neoclassica, avendo avuto il pregio di mettere a disposizione le proprie competenze per prestigiosi enti ecclesiastici e per i regnanti che si susseguirono a Firenze e a Lucca. Grazie ad una solida formazione su base accademica, al disegno sicuro e preciso ed alla capacità di presentare i soggetti trattati con nobile semplicità, il pittore riuscì in breve tempo ad affermarsi come un punto di riferimento per la realizzazione di decorazioni alla moda, nel grande stile internazionale. Nel suo capolavoro, il ciclo di affreschi a Poggio a Cajano, le figure sono impostate sulla scorta di modelli antichi attraverso una placida solennità, ammantate di panni che cadono, scultorei, in fitte pieghe; le cromie, tenui, permettono di leggere le scene nella loro didascalica semplicità, dove i gesti si fanno intensi, nobili.
Le stesse intenzioni informano anche le opere di soggetto sacro del pittore, che non sfociano mai in esuberanti accenti di lirico pietismo, come si può apprezzare nell’Ascensione della Vergine licenziata sulla volta della cappella di San Giorgio annesa a Palazzo Vai (Prato).