Il pittore Giovanni Battista Caliari nacque a Verona nel 1802 da Paolino, che lo avviò alla pratica artistica. Molto giovane divenne nel 1822 insegnante presso l’Accademia Cignaroli, per la quale svolse anche le cariche di custode e conservatore.
Particolarmente fecondo fu lo stretto legame che il pittore instaurò con don Nicola Mazza e col relativo istituto da lui fondato, per il quale fornì modelli figurativi con tematiche sacre per la realizzazione di paramenti liturgici.
Caliari divenne noto sulla scena artistica locale per aver frequentato in modo costante il tema del Sacro Cuore di Gesù, come ad esempio la pala d’altare licenziata congiuntamente al padre per la chiesa dei Santi Nazaro e Celso a Verona (olio su tela, 1826). Durante gli anni Trenta il pittore fu attivo nelle chiese di Marcellise e di Pojano di Valpantena, dove eseguì un nutrito gruppo di opere legate alla riscoperta della tradizione pittorica locale, come mostra il bel Sant’Agostino (olio su tela, Marcellise, chiesa di San Pietro) nella sua imponente ieraticità.
Del 1843 è la pala raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Filippo e Marco dipinta per la chiesa di Santa Maria Assunta a Riva del Garda, tra le sue opere più note, in cui è presente un bellissimo ritratto del donatore.
Le fonti ricordano che il pittore eseguì numerosi ritratti della nobiltà e del clero veronese, ma a tutt’oggi non sono ancora riemersi dipinti ascrivibili a lui con certezza.
Morì a Verona nel 1850.
Il pittore fu tra i principali artefici di un rinnovamento figurativo basato sulla riscoperta della tradizione locale, che portò alla rivalutazione del Rinascimento veronese e di artisti come Francesco Morone e Girolamo Dai Libri. Queste convinte riflessioni in chiave purista si palesano con pregio nella pala raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Antonio e Giovanni Battista conservata presso la chiesa di Santa Maria Assunta ad Albaredo d’Adige, dal ritmo pausato e l’atmosfera placida, con evidenti richiami alla lezione Raffaellesca. Più vicina ai modi di Girolamo Dai Libri – come si può apprezzare nel santo sulla sinistra quasi di profilo e nell’angelo che suona il liuto al centro – è invece la pala con I santi Zeno, Paolo, Aquila e Priscilla nella chiesa di San Tomaso Becket.