Il pittore Carlo Bossoli nacque a Lugano il 6 dicembre 1815, ma trascorse l’infanzia ad Odessa, dove la famiglia si stabilì a partire dal 1820. Nel 1826 venne impiegato dal padre come garzone nella bottega di un libraio, ma ben presto il giovane Bossoli decise di seguire la propria vocazione artistica e si recò a bottega presso il pittore e scenografo Nannini. Poco tempo dopo il pittore avviò la propria attività autonoma, eseguendo per l’alta borghesia della città vedute ad olio, acquerello o tempera, spesso ispirate a incisioni settecentesche. Al 1839 risale il suo fondamentale viaggio in Italia per studiare le opere dei grandi maestri del passato: fu a Roma, poi a Napoli dove si avvicinò alla Scuola di Posillipo risalendo infine verso Lugano facendo tappa nelle principali città della Penisola, acquisendo così una vasta cultura classica. Trascorsi un paio d’anni in Russia, il pittore si trasferì a Milano nel 1843, rimanendovi fino al 1853, intervallando la sua attività con molti viaggi nei quali eseguiva schizzi e studi, tra cui quello in Inghilterra e quello in Marocco, che lasciò su di lui un’impronta significativa. A questi anni risalgono una serie di importanti esposizioni a Brera, alla Promotrice di Torino ed alla Royal Academy di Londra.
Nel 1859 il pittore, da alcuni anni stabilitosi a Torino, è al seguito dell’esercito franco-sardo con lo scopo di illustrare gli eventi bellici, contesto da cui scaturì la serie di quaranta litografie a colori dal titolo The War in Italy (Londra, Day e Son, 1859). Dell’anno seguente è l’incarico propostogli da Eugenio di Savoia-Carignano di realizzare centocinque quadri che componessero un reportage delle Campagne d’Italia, conservati presso il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino (la maggior parte sono tempere sulla base di schizzi eseguiti dal vero). Nel 1862, dopo molti anni d’attività al servizio della famiglia sabauda, riceve la patente come “pittore reale di storia”.
Morì a Torino l’1 agosto 1884.
Spirito inquieto e vagabondo, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di occasioni per implementare la propria cultura figurativa, Bossoli fu per ovvi motivi fortemente influenzato dalla sua vicinanza giovanile con l’attività scenografica. Sebbene della maggior parte della sua produzione non si conosca l’attuale collocazione, in molti suoi dipinti è possibile scorgervi quel taglio scenografico che rifiuta il pittoresco per far emergere dettagli e atmosfere reali, approdi raggiunti con sforzi e fatiche testimoniate dagli infiniti studi, spesso a tempera. Il corpus delle sue opere, significative anche per il taglio documentario che le caratterizza, non è tuttavia separato in maniera drastica dal fascino della temperie romantica, così vivamente sensibile agli eventi storici contemporanei.
Caratteristiche quelle appena enunciate che possono apprezzarsi nel dipinto raffigurante Fuochi d’artificio in Piazza Vittorio (tempera su carta applicata su tela, 1853, Torino, Galleria d’Arte Moderna), opera che mostra qualità luministiche di altissimo livello, accostabili a quelle di Ippolito Caffi.