Il pittore Angelo Beccaria nacque a Torino nel maggio del 1820 e venne ammesso nel 1838 all’Accademia Albertina presentando un disegno a penna mutuato da un’acquaforte di Boisseau, iniziando così a perfezionarsi sotto Giovanni Battista Biscarra. Costretto ad abbandonare lo studio del nudo a causa di una malattia agli occhi, il pittore si orientò verso la pittura di paesaggio e a partire dal 1843 presentò con costanza i suoi dipinti alle Promotrici torinesi. A quella del 1845 Beccaria espone un paesaggio dal titolo Tramonto del sole, che gli consentì di riscuotere un notevole successo attirando di conseguenza acquirenti prestigiosi in numero sempre maggiore. Tra questi figura il marchese Ferdinando Breme, futuro direttore dell’Accademia Albertina, il quale gli acquista il quadro che probabilmente oggi è conservato presso le raccolte civiche di Torino, Paese.
Particolarmente richiesto dall’aristocrazia piemontese, il pittore prese a dare lezioni di pittura ai figli di Vittorio Emanuele II, che in estate lo invitava nelle ville di campagna.
Morì a Torino il 14 gennaio 1897.
Fortemente influenzata dall’arte del Calame, la pratica pittorica del Beccaria spicca per un sentito e vivo naturalismo, che risulta a tratti monotono vista l’incapacità di aggiornarsi sulle nuove scuole paesaggistiche che erano fiorite intorno alla metà del secolo. Ancorato alle esperienze del vedutismo decorativo settecentesco, i suoi dipinti sono caratterizzati da colori tenui calati in un’atmosfera di pacato naturalismo, dai toni idillici, come mostra La pesca (olio su tela, 1855, Genova, Galleria d’Arte Moderna). Più interessanti e freschi risultano i suoi studi ad olio, i bozzetti e le acqueforti, qualificati da colori liquidi e un tratto elegante.