Il pittore e architetto Giuseppe Pietro Bagetti nasce a Torino il 14 aprile 1764, formandosi inizialmente sotto Gaetano Ottani, che svolgeva in modo sporadico l’attività di pittore, presso il Conservatorio della Chiesa Metropolitana. Successivamente Bagetti si dedicò in maniera parallela sia allo studio dell’architettura che al perfezionamento della pratica pittorica, ampliando e implementando le proprie capacità con il bolognese Pietro Giacomo Palmieri, specializzandosi nella tecnica dell’acquerello. A partire dal 1782 il pittore viene chiamato come architetto civile e militare dall’Università di Torino, mentre nel 1792 è nominato professore di disegno topografico presso l’Accademia Reale dei Nobili e “maestro di disegno” della Regia Accademia Militare. L’anno successivo, con la carica concessagli da Vittorio Amedeo III a “regio disegnatore di vedute e paesi”, la carriera del pittore giunse al suo apice, venendo poi aggregato all’esercito sardo durante le campagne militari per documentarne i fatti. Con la definitiva occupazione francese tuttavia la sua carriera subì una svolta repentina, venendo sempre più occupato da impegni amministrativi, in maggior parte di tipo topografico, e venne inquadrato all’interno dell’Armata d’Italia. Tra il 1802 e il 1805 il pittore fu difatti impegnato, su incarico diretto di Napoleone, ad eseguire dei rilevamenti sui luoghi delle battaglie e di raffigurarne le vicende. Nel 1811 l’Imperatore gli conferirà la Legion d’Onore come premio per il dipinto raffigurante una Veduta d’Italia dalle Alpi fino a Napoli. Dopo una breve parentesi al seguito della Grande Armata nella Campagna di Russia, interrottasi per problemi di salute, il pittore si stabilì a Parigi, dove già a partire dal 1800 deteneva la carica di “peintre paysagiste“. Con la Restaurazione Bagetti fece ritorno nella propria città natale, dove riuscì a proseguire senza troppe difficoltà la propria prestigiosa carriera conquistandosi il favore sabaudo, tanto che nel 1822 venne nominato insegnante di disegno della Reale Accademia di Belle Arti.
Dopo aver dato alle stampe un trattato dal titolo Analisi sull’unità di effetto nella Pittura e della imitazione nelle Belle Arti (1827), si spense a Torino il 29 aprile 1831.
Pittore specializzatosi nel genere della veduta, Bagetti operò in gran parte con la tecnica dell’acquerello, distinguendosi per la sostenuta qualità nel rendere le atmosfere di marca verista attraverso un taglio scenografico, suscitando così una larga influenza anche sulla successiva generazione romantica. Una summa del repertorio del pittore può cogliersi nell’album composto da 103 fogli conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, già appartenuto agli eredi del viceré Eugenio di Beauharnais, in cui vengono descritte le Vues des champ de battaille, testi figurativi di straordinaria importanza documentaria che descrivono i territori delle battaglie combattute in Italia.
Un dipinto come Plenilunio notturno (acquerello su cartoncino, 1808 ca., Torino, Reggia di Venaria), dove al mare plumbeo e gelido fanno da sfondo le rovine di una città antica, già mostra quella sensibilità per il sublime che verrà sviluppata nelle sue estreme potenzialità negli anni a seguire, e testimonia le splendide capacità del pittore nel rendere gli effetti luministici e atmosferici, in grado di suscitare sensazioni catartiche e poetiche coadiuvate da effetti drammatici.