Lo scultore Libero Spartaco Andreotti nasce a Pescia il 15 giugno 1875, entrando giovanissimo ad apprendere il mestiere nella bottega di un fabbro. Successivamente iniziò a frequentare un corso per diventare maestro elementare, ma l’incontro a Lucca nel 1897 con Alfredo Caselli e Giovanni Pascoli lo attirò sul cammino dell’arte. Dopo una parentesi palermitana in cui lo scultore lavorò alla libreria Sandron, realizzando anche caricature per il giornale “La Battaglia”, l’Andreotti si trasferì a Firenze, lavorando come impiegato in una tipografia. Qui, per i primi anni, riuscì a provvedere al proprio sostentamento con estrema fatica, lavorando prevalentemente come illustratore, fino al trasferimento a Milano chiamato dall’amico Enrico Sacchetti e alla svolta professionale avvenuta con la Biennale di Venezia del 1905.
Al 1911 risale la sua prima grande personale presso la Galerie Bernheim Jeune, che gli permise di farsi apprezzare a livello internazionale. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo scultore fece ritorno a Firenze, stringendo una forte amicizia con Ugo Ojetti, che divenne suo critico entusiasta e appassionato collezionista. Nel 1929 lo scultore inaugurò, con il sostegno di Carena e Magnelli, i “mercoledì dell’antico Fattore”, cenacolo di intellettuali ed artisti. Morì a Firenze il 4 aprile 1933.
Scultore dalla fantasia fertile e instancabile, Andreotti fu per tutta la sua parabola artistica alla costante ricerca di una forma stabile ed equilibrata, tutta giocata su contrappesi e chiasmi. Il bronzo rappresentante Icaro, con cui lo scultore partecipò al Salon d’Automne del 1911, pur manifestando apertamente la lezione di Antoine Bourdelle, mostra già in nuce una certa inclinazione ai valori estetici del classicismo, scolpendo allegorie e soggetti storici.