Protagonista indiscusso non solo della scuola neoclassica italiana, ma tra i vertici della pittura europea a cavallo tra XVIII e XIX secolo, il pittore Andrea Appiani nasce a Milano il 31 maggio 1754. Dopo aver ricevuto una prima formazione in seno alla scuola privata di Carlo Maria Giudici, approfondì in un secondo momento le tecniche dell’affresco con Antonio De Giorgi e Martin Knoller, per poi iscriversi nel 1776 all’appena fondata Accademia di Brera e studiare con Giuliano Traballesi. Con il maestro collaborò alla decorazione del Palazzo Arciducale, lavorando a stretto contatto con il quadraturista Giuseppe Levati, che si occupò dei motivi ornamentali, mentre all’Appiani spettarono le figure (1782). All’estate del 1781 risale la commissione da parte di Pietro Verri del Ritratto di Maria Castiglioni Verri, opera che sancisce il definitivo ingresso del pittore nei circoli più in vista del patriziato milanese.
Nel frattempo, a cominciare dal 1779, inizia la sua attività come figurista per le scenografie teatrali: prima al seguito di Clemente Isacchi alla Scala di Milano, poi a Firenze con Domenico Chelli.
Nel 1785 il pittore compie un viaggio insieme a Bartolomeo Macchi, sua moglie e la figlia alla volta di Parma e Bologna, una parentesi formativa volta all’apprendimento della lezione correggesca.
La carriera di Appiani fu investita da un’impennata significativa durante l’occupazione napoleonica, a cui seguirono cariche ufficiali sempre crescenti e commissioni prestigiose, culminanti con la nomina nel 1805 a premiere peintre di Napoleone e diventando di fatto il regista indiscusso della politica artistica a carattere celebrativo del governo francese. Nel 1800 era stato per altro nominato Commissario per le Belle Arti, facendo propria, nell’esercizio della carica, la visione laica ed educatrice del potere professata dai funzionari francesi. Muore a Milano l’8 novembre 1817 a causa di un’emorragia cerebrale.
Il linguaggio figurativo dell’Appiani risulta, almeno nei suoi primi saggi pittorici, ancora acerbo e impacciato, limitato e appiattito dall’influsso diretto dei suoi più stretti referenti, e appare dunque fortemente vicino alla produzione tosco-emiliana – a conti fatti neobarocca -, come può verificarsi in una delle sue prime opere ad affresco: la Gloria di Apollo eseguita tra 1782 e 1785 sul soffitto di un salone di Palazzo Diotti. Testimonianza significativa della prima maturità del pittore è rappresentata dal ciclo di quattro tempere su carta con scene di Europa che la Galleria Carlo Virgilio ha avuto il privilegio di trattare, riportandolo alla luce (1784 ca.). I dipinti sono caratterizzati da uno stile asciutto e severo, con figure statuarie mutuate dai rilievi romani antichi, le cromie cangianti e le tonalità pastello ancora legate all’arte del recente passato. Nel giro di pochi anni tuttavia la sua cultura figurativa poté ampliarsi con i viaggi a Parma, Bologna e Roma, cosicché l’Appiani maturò un lessico altamente personale ed aggiornato, pur non abbandonando mai quello sfumato caldo, ermetico e sensuale, tipicamente lombardo.
Fortemente legata alle vicende biografiche è l’attività connessa all’occupazione francese, dalle finalità encomiastiche, che può riassumersi con il noto ed immenso ciclo dei Fasti di Napoleone, eseguito tra il 1800 e il 1805 per il ballatoio della sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, purtroppo andato distrutto nell’ultimo conflitto mondiale.
Oltre ai numerosi affreschi eseguiti per le dimore più in vista dell’aristocrazia milanese, l’Appiani fu anche un fine e fecondo ritrattista: tra i molti personaggi effigiati, da ricordare, oltre ai numerosi oli su tela che ritraggono Napoleone, quello di Vincenzo Monti (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) e quello di Antonio Canova posseduto dalla nostra galleria.
Andrea Appiani Milano 1754-1817 Le compagne di Europa inghirlandano il Toro 1784-1786 circa Tempera su tela, cm 190 × 135 Provenienza: Milano, Palazzo Castelbarco, Carlo Ercole Castelbarco, marchese di Cislago; Milano, Palazzo Silva, conte Ercole Silva, dal 1808 circa; Cinisello, Villa Silva, conte Girolamo Ghirlanda Silva, dal 1840; Maria Celeste Camilla Biandrà Trecchi Ghirlanda…
Andrea Appiani Milano 1754-1817 Europa si asside sul dorso del toro 1784-1786 circa Tempera su tela, cm 190 × 135 Provenienza: Milano, Palazzo Castelbarco, Carlo Ercole Castelbarco, marchese di Cislago; Milano, Palazzo Silva, conte Ercole Silva, dal 1808 circa; Cinisello, Villa Silva, conte Girolamo Ghirlanda Silva, dal 1840; Maria Celeste Camilla Biandrà Trecchi Ghirlanda…
Andrea Appiani Milano 1754-1817 Europa rapita dal toro attraverso le onde 1784-1786 circa Tempera su tela, cm 190 × 135 Provenienza: Milano, Palazzo Castelbarco, Carlo Ercole Castelbarco, marchese di Cislago; Milano, Palazzo Silva, conte Ercole Silva, dal 1808 circa; Cinisello, Villa Silva, conte Girolamo Ghirlanda Silva, dal 1840; Maria Celeste Camilla Biandrà Trecchi Ghirlanda…
Andrea Appiani Milano 1754-1817 Europa consolata da Venere che le presenta Amore 1784-1786 circa Tempera su tela, cm 190 × 135 Provenienza: Milano, Palazzo Castelbarco, Carlo Ercole Castelbarco, marchese di Cislago; Milano, Palazzo Silva, conte Ercole Silva, dal 1808 circa; Cinisello, Villa Silva, conte Girolamo Ghirlanda Silva, dal 1840; Maria Celeste Camilla Biandrà Trecchi…
Andrea Appiani (Milano 1754 – 1817) Studio per il ritratto di Joséphine de Beauharnais 1790 ca. matita su carta, mm 210 x 315 Inscritto in basso a sinistra: Originale del Cav. Andrea Appiani / Michele Bissi Verso: Ritratto femminile in piedi
Andrea Appiani (Milano 1754-1817) Ritratto di Antonio Canova 1803 Olio su tavola, cm 44,3 x 37 Collezione privata
Andrea Appiani (Milano 1754 – 1817) Ritratto del musicista Alessandro Rolla 1799 olio su tela, cm. 59 x 43,5 Iscrizione autografa in basso al centro: “Retratto del Professore Rolla” Andrea Appiani, un artista che durante tutta la sua fortunata carriera ha saputo dimostrare versatilità e l’estrosità dell’invenzione nei campi più diversi, è stato sempre molto…