Carlo Aniello Detio Amalfi nacque a Piano di Sorrento il 5 novembre 1707. Le vicende biografiche del pittore devono ancora riemergere in maniera dettagliata, tuttavia l’artista divenne particolarmente famoso per la vicenda romanzesca che lo vide coinvolto: pare infatti che, a seguito delle angherie ricevute dal collega e apprendista Luigi Blower, l’Amalfi abbandonò quest’ultimo sull’isolotto del Versece, credendo poi di averlo ucciso.
Caduto il ricordo dell’Amalfi nell’oblio, ci rimane tuttavia il forte apprezzamento ricevuto dal Vanvitelli a testimoniarci che fu, in vita, pittore di qualità per nulla trascurabili.
Il pittore si dedicò per tutta la sua carriera quasi esclusivamente al genere del ritratto, in un’emulazione stilistica dei dettami del più famoso Francesco Solimena, come è facilmente apprezzabile nelle sei tele ad olio attualmente presso la Galleria che raffigurano membri della famiglia Serra Cassano. La sua pennellata, densa e compatta, è particolarmente funzionale al donare alle figure robustezza plastica, enfatizzata dal chiaroscuro penetrante. Nella pittura di genere l’Amalfi virò invece verso soluzioni debitrici di Gaspare Traversi, come può apprezzarsi nel dipinto Il gioco delle carte (olio su tela, ubicazione ignota), da cui il pittore sorrentino mutua le espressioni di straripante realismo, sulla soglia del caricaturale.