Nato a Roma nel 1795, Filippo è figlio di Luigi, noto pittore capitolino, e dopo aver ricevuto l’iniziale formazione da parte del padre, a partire dal 1810 frequentò presso l’Accademia di San Luca le lezioni di Gaspare Landi e Vincenzo Camuccini. Nel 1821 entra a far parte del consesso accademico, e dopo aver ricevuto la titolarità per la cattedra di pittura nel 1839, ne divenne presidente con l’elezione del 1853. Nel 1843, a seguito delle dimissioni del Camuccini, Filippo viene nominato Ispettore Generale delle Pitture Pubbliche di Roma. Muore nell’Urbe nel 1857.
Fortemente influenzato dall’opera di Raffaello, come riconosciutogli anche da Stendhal quando visitò il suo studio, Filippo Agricola ben si inserisce, per temperie e poetica figurativa, all’interno del milieu artistico capitolino, nel quale il Neoclassicismo iniziava ad affacciarsi verso le prime sperimentazioni puriste. Grazie ad una delle sue prime creazioni, Mario sulle rovine di Cartagine, l’artista visse la pensione triennale del concorso Canova, che gli consentì di trascorrere il 1815 in Vaticano, studiandone le opere. Probante della qualità della sua produzione è il convinto apprezzamento che il pittore ricevette da parte di Antonio Canova, il quale lo invitò a far parte della schiera di pittori chiamati a decorare le lunette del Museo Chiaramonti, dove Filippo eseguì l’affresco dedicato alla fondazione del museo (1816). Nel 1821 l’artista realizza, insieme al padre, l’affresco San Tommaso nella Cappella Paolina del Quirinale. Ma l’opera che più lo rese celebre è il Ritratto di Costanza Monti Perticari (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), figlia di Vincenzo e moglie del letterato Giulio Perticari, dipinto che aprì le frequentazioni del pittore con quest’ultimi. La tela, di evidente ispirazione raffaellesca, venne ampiamente lodata sulle pagine del Giornale Arcadico del 1820, mentre Vincenzo Monti gli dedicò il sonetto Per un dipinto dell’Agricola scritto nel 1822: “Più la contemplo, più vaneggio in quella/Mirabil tela” recita il primo verso.
Firmato e datato 1842 è il Ritratto di fanciulla transitato presso la nostra galleria, un pastello su carta ovale dai toni delicati e i tratti dolci e languidi che, come per tutta la produzione dell’artista, rappresenta un omaggio a Raffaello.
Di pregevole fattura la tela l’Assunta realizzata nel 1838 per la Basilica di San Paolo Fuori le Mura, con echi dalla Trasfigurazione e dalla Pala Oddi dell’Urbinate, soprattutto nella ripresa di pose e moduli facciali.
Filippo Agricola (Roma 1795 – 1857) Ritratto di fanciulla Pastello su carta, ovale, mm. 225 x 170 Firmato e datato di fianco a sinistra: F. Agricola fec. ’42 Dall’ovale ci guarda una fanciulla ignota, dall’età apparentemente adolescenziale. I suoi lineamenti regolari, con grandi occhi castani, e i capelli neri, lucidi, avvolti in trecce e annodati da…