Giunta al quarto appuntamento sul tema del ritratto, l’esposizione Faces 4 esplora nuovamente questo genere artistico, sia in pittura, che in scultura e in disegno, a partire dal tardo Settecento fino al secondo dopoguerra. Nell’occasione della London Art Week Digital 2020 la Galleria ha selezionato 22 opere, inedite per il mercato artistico, dove appare considerevole il numero di ritratti e autoritratti di artisti. Tra i primi, il triestino Giannino Marchig ha effigiato l’amico Gino Parin sfruttando la tavola lignea del supporto come dominante, mentre Mirko ha rappresentato l’amico Leoncillo in una testa espressionista dove le superfici estroflesse e rientranti includono lo spazio nella materia plastica.
Tra gli autoritratti Giulio Bargellini ha connotato di languore il suo profilo per uno studio neopompeiano, Alberto Martini ha posto l’inconfondibile espressione distaccata del dandy riflessa in una vanitas dai significati esoterici e Pietro Marussig ha affidato i propri tratti a una scultura inserita in una natura morta. Galileo Chini impersona nella sua tersa composizione la nobile tradizione fiorentina dell’artista artigiano, pittore e ceramista. Mentre i volti di Vanni Rossi e Achille Funi riflettono il tormento esistenziale dell’età che comprende le due guerre.
Tra le opere più antiche, significativi sono il ritratto di Sir William Hamilton riconosciuto come opera autografa di Filippo Tagliolini e il ritratto dell’astronomo napoletano Giuseppe Cassella di Gaetano De Simone. Altre teste, quella preraffaellita dell’Elegia di Cesare Laurenti, la Maschera del teatro Siamese di Galileo Chini, il poeta futurista Alberto Presenzini Mattoli di Gerardo Dottori, la Donna di profilo di Arturo Noci, il ritratto del chirurgo Gino Pieri di Luigi Trifoglio, quello del figlio Antonio di Fausto Pirandello, segnano il succedersi di correnti figurative dal Simbolismo al Divisionismo, dal Realismo magico all’“astratto concreto”.