Bernardino Nocchi - Ritratto equestre di Luigi Braschi Onesti

Bernardino Nocchi - Ritratto equestre di Luigi Braschi OnestiBernardino Nocchi
(Lucca 1741 – Roma 1812)

Ritratto equestre di Luigi Braschi Onesti

Olio su tela, cm. 70 x 56,5

Del Ritratto equestre di Luigi Braschi Onesti del Nocchi erano noti sino ad ora un disegno preparatorio e un dipinto ad olio. Il primo (Pisa, Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici), reso noto da Sandra Pinto (Pinto 1982, p.857, fig.834) e ripubblicato da Roberto Paolo Ciardi (Ciardi-Tosi 1989, pp.11, 67), mostra il nipote del pontefice Pio VI Braschi in divisa di Capitano dei Cavalleggeri su cavallo rampante. Il secondo, della collezione Theodoli Braschi di Zola Predosa, con lo stesso personaggio vestito dello sfarzoso abito dell’aristocrazia romana, era stato presentato come anonimo nella mostra del 1959 dedicata al Settecento romano (cfr.Roma 1959, n.1407 p.321), ma riconosciuto successivamente come opera del pittore lucchese dal Clark (cfr.Clark 1981, p.123, fig.155).

Rispetto al dipinto citato quest’olio condivide le piccole dimensioni, lo sfondo con la veduta di Piazza San Pietro e l’andatura del cavallo, esemplata sul modello antico del Marco Aurelio.
Nonostante il formato ridotto, il dipinto conferma l’ufficialità della tradizione del ritratto equestre. L’effigiato è identificato nel suo status economico e nella sua funzione sociale dalla minuziosa descrizione dell’abito che indossa e delle ricche bardature del cavallo. Il suo rapporto privilegiato con il pontefice è sottolineato dalla localizzazione della veduta architettonica di San Pietro.

Luigi Onesti (1745-1816) fu controverso personaggio. Chiamato a Roma dalla nativa Cesena per essere adottato dallo zio, ne assunse il cognome, che aggiunse al proprio. Fu quindi nominato Duca di Nemi e Principe di Rocca Sinibalda e sposò nel 1781 Costanza Falconieri. Da allora si distinse per il fastoso stile di vita e per la rapida ascesa economica e in seguito, con l’arrivo dei francesi, per la condotta politica spregiudicata. Infatti, dopo aver trattato a Tolentino nel 1797 in nome del papa accettò clamorosamente di collaborare con l’invasore straniero divenendo il maire della città nel 1809.
Nocchi fu pittore assai gradito e protetto dai Braschi. Subentrato nel 1780 al suo maestro Lapiccola nel ruolo di Pittore dei Sacri Palazzi Apostolici, collaborò alle decorazioni della Biblioteca (“Stanza delle Stampe”, distrutta) e del Museo Pio Clementino (“Galleria dei Quadri”). Nel 1789 preparò i cartoni per la decorazione dell’appartamento del Segretario dei Brevi, il cardinale Romualdo Braschi Onesti, fratello di Luigi, a Palazzo della Consulta, dove l’anno seguente dipinse l’Allegoria del Museo Pio Clementino (cfr.Giovannelli 1985; Rudolph 1985).

Stefano Grandesso

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